19 Febbraio 2009

“Mi hanno offerto ventimila voti per ventimila euro”

Al Festival scoppia il caso "gara truccata": la Fimi chiede l’intervento della Guardia di Finanza e la Rai promette verifiche

E’ un manager schivo, di quelli che lavorano sodo e ci credono. Che avrebbe tanto voluto scrivere canzoni, nella sua vita, ma ha finito per assistere chi le scrive di mestiere. E’ lui che è stato contattato da un call center per un’offerta sui generis: vincere il festival comprandosi i voti, come spiega in questa intervista al Foglio.it il manager misterioso. "Sono arrivati a me tramite amici e contatti casuali – dice al telefono da Sanremo -. Mi hanno proposto di acquistare i voti per spingere in alto nella classifica il mio artista". Giura che non ci è cascato, che non ha così tanti soldi da investire in quel modo, che la vetrina di Sanremo è già sufficiente. E poi crede che certi trucchi non portino lontano: un pezzo forte non ne ha bisogno.
Ma assicura che non è l’unico a essersi misurato con la tentazione: "Mi hanno detto che avevano già contattato anche altri". Cosa le avevano prospettato, esattamente? "Mi hanno detto che il regolamento del festival ammette non più di sette voti dalla stessa utenza telefonica. Quindi in ventiquattro ore potevano arrivare a fare dieci o quindicimila telefonate, anche ventimila, al costo più o meno di un euro per voto". I responsabili del call center avevano anche assicurato che avrebbero potuto certificare i voti effettuati grazie alle ricevute inviate con sms. Questo avrebbe comportato il non uso dei software computerizzati di gestione delle linee.
"Il meccanismo del televoto al festival, che è aperto ventiquattro ore su ventiquattro, consente questi trucchi. Se invece per esempio avessero ridotto il tempo a quattro ore, la potenzialità del voto tramite call center sarebbe decisamente minore". Un altro modo per diminuire l’influenza di questi trucchi sul televoto, spiega, è quello di limitare le telefonate per utenza a una, invece che sette: e questo è il suo invito rivolto alla Rai. "Gli effetti del doping sarebbero irrrilevanti: anziché dartene diecimila, di voti, potrebbero darne diecimila diviso sette".
E’ lui il manager misterioso che ha denunciato il caso al Foglio, due giorni fa. Dopo, Striscia la notizia ha mandato in onda un servizio con un call center di Rimini che denunciava lo stesso trucchetto, anche sulla gara dei giovani via internet. Così il caso è scoppiato. La Fimi chiede alla guardia di finanza di intervenire, nella conferenza stampa del mattino di oggi, con conduttori e manager Rai e i giornalisti, è scoppiato il putiferio, e al termine il capostruttura Rai Raveggi ha promesso verifiche, Bonolis ha ammesso di non capire granché di call center e televoti. Nel pomeriggio il Codacons ha chiesto di abolire del tutto il televoto. Sarà così che il Festival numero cinquantanove verrà ricordato non soltanto per modelli israeliani belli da morire o nude look di attempate quanto ritoccate cantanti.

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