Battuta d’ arresto ad aprile per i consumi delle famiglie
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fonte:
- Il Messaggero
ROMA Battuta d’ arresto ad aprile per i consumi delle famiglie. L’ indicatore dei consumi della Confcommercio (Icc) segnala una diminuzione dell’ 1,6% in termini tendenziali. Il segno meno interrompe un periodo, che durava dall’ ultimo trimestre del 2009, di graduale recupero dei livelli di consumo delle famiglie. Il dato destagionalizzato mostra una riduzione dell’ 1,7% su marzo, dopo un bimestre di graduale miglioramento. Sull’ inversione di tendenza hanno pesato vari fattori, segnala l’ Icc, dalla fine degli effetti degli incentivi sulle autovetture ai nuovi timori innescati dalla crisi greca e negli ultimi giorni dalla manovra annunciata dal governo. Riguardo alla percezione delle imprese, a maggio mentro si registra un ulteriore miglioramento del clima di fiducia da parte degli operatori delle aziende manifatturiere, gli imprenditori del commercio e dei servizi segnalano invece un peggioramento. In termini di volumi acquistati dalle famiglie, la riduzione è pari a -2,2% (+4,4% a marzo) a fronte di un moderato aumento della domanda di servizi (+0,4%) e di una tendenza «lievemente meno espansiva dei prezzi», +0,9% a fronte dell’ 1,2% di marzo, nonostante la tendenza all’ aumento registrata dai carburanti. Forte frenata per la mobilità (-14,8%) rispetto ad aprile 2009, a causa della fine degli incentivi per l’ auto e lo stop del traffico aereo per il vulcano islandese. Giù anche ristoranti e alberghi (-1,3%) e alimentari e bevande, che vedono ridursi (-2%) i volumi acquistati. Meglio invece (+2,7% tendenziale) beni e servizi per le comunicazioni l’ Itc domestico. Giù dello 0,6% per abbigliamento e calzature: il dato segue un bimestre invece favorevole. Più 1,1% infine le spese per la casa, in gran parte acquisti per tivù ed elettrodomestici: come dire, effetto mondiali di calcio e alta definizione. Lo stop sui consumi ad aprile, per Antonio Foccillo, segretario confederale Uil, «è la prova che le politiche atte a favorire la domanda non sono adeguate. Quello che servirebbe, invece, è una politica fiscale redistributiva positiva sia nei confronti dei redditi da lavoro dipendente sia di quelli da pensione che invece sono sempre più penalizzati rispetto a coloro che evadono o che beneficiano di condoni». E all’ attacco vanno anche i consumatori. Per il Codacons «la ripresa, in realtà, non è mai cominciata», e a rilanciare l’ economia non sono serviti nemmeno i recenti incentivi. Perciò, se il governo vuole che i consumi tornino a crescere «dovrebbe fare l’ opposto di quelle che ha deciso di fare in questi giorni, bloccando le retribuzioni dei dipendenti pubblici. Farebbe molto meglio, invece, a bloccare le tariffe ed i prezzi». Richiesta quest’ ultima appoggiata anche dalle altre associazioni di tutela, con l’ Adoc che auspica un taglio dei prezzi degli alimentari pari al 15%. Fortemente critica nei confronti dlel’ impianto della manvra è anche Federconsumatori, secondo la qual «per fare una manovra seria, bisogna partire da un dato fondamentale: l’ equità, e cioè che tutti devono concorrere al risanamento. Questa manovra, invece, colpisce soprattutto i lavoratori a reddito fisso, sia perchè sarà bloccato il loro stipendio».
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