WhatsApp e Instagram in tilt: cosa è successo
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fonte:
- yahoo! notizie
Nel tardo pomeriggio di venerdì 19 marzo, WhatsApp, l’app di messaggistica più utilizzata, ha improvvisamente smesso di funzionare per problemi tecnici. E lo stesso destino è capitato a Instagram e Facebook, popolari social network. Tutto bloccato per quasi un’ora in tutta Italia.
Dalle 18.30 gli utenti, già provati da Covid, zona rossa e restrizioni, sono andati nel panico. Non si conoscono ancora le cause del problema che ha fatto smettere di funzionare i social. E su Twitter diventa trend topic l’hashtag #whatsappdown.
I precedenti
L’altro blackout mondiale che aveva mandato in tilt WhatsApp, Instagram e Facebook contemporaneamente si era registrato il 3 luglio 2019 e un episodio simile, ancora precedente, nell’aprile dello stesso anno.
Il 13 marzo 2019, il blocco più lungo che si ricordi: un record di 14 ore di stop per le app. Allora i disservizi parevano legati ai lavori in corso da parte degli sviluppatori di Menlo Park, che stavano portando avanti l’ambizioso progetto di integrazione delle tre applicazioni che fanno capo al gruppo guidato da Zuckerberg.
Codacons: “Gravi disagi per utenti e smartworking”
“In un momento in cui milioni di italiani sono costretti a lavorare in smartworking, disservizi come quello odierno causano pesanti disagi e rallentano l’attività dei cittadini, impendendo di inviare messaggi anche importanti – spiega il Codacons, che sta ricevendo le richieste di aiuto di centinaia di utenti – Anche Instagram risulterebbe coinvolto nei disagi, ma è soprattutto il down di Whatsapp a scatenare le ire degli utenti e a creare i maggiori problemi”.
“Non è la prima volta che in Italia si registrano simili black out, che in questo periodo di emergenza sanitaria e di smartworking forzato appaiono ancora più gravi – prosegue l’associazione – Per questo chiediamo a Facebook, proprietaria di WhatsApp e Instagram, di risarcire in modo automatico tutti gli utenti italiani coinvolti nel disservizio odierno, studiando assieme al Codacons le forme di indennizzo più adeguate”.
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