UN GIURISTA FA LEZIONE DI DIRITTO A UN GIORNALISTA POCO ESPERTO DI “DIRITTI”
IL CRONISTA MELETTI DEL FATTO QUOTIDIANO PROSEGUE ASSIEME AL SITO NEXTQUOTIDIANO AD ATTACCARE IL CODACONS E SI MERITA UNA LEZIONE DI DIRITTO E DI CORRETTO GIORNALISMO
Caro Meletti, sono veramente contento di poterti aiutare sia a capire la lingua italiana che ad interpretare il significato delle frasi che tu stesso scrivi, forse troppo di getto e senza far precedere il tutto da una attenta riflessione. Allora, siccome io sono un fine giurista e anche docente di Diritto scolastico italiano e straniero ti spiego come funziona:
Se tu dici (vedi articoli del 31 ottobre 2018, e del 12 e 14 maggio 2019 sul Fatto Quotidiano ripresi con grande enfasi dal sito Nextquotidiano.it, testata mossa come te da astio personale contro il Codacons) che un’associazione ha ricevuto dei soldi ed è stata quindi pagata perché in cambio ha rinunciato a costituirsi parte civile contro i vertici di una banca, stai dicendo ai tuoi lettori che c’è stato un baratto tra la possibilità di far punire quei vertici di quella banca e i quattrini. Questo, anche se fosse vero il fatto, sarebbe già diffamatorio. Ma lo capisco che non è materia tua la diffamazione perché la sai fare ma non l’hai studiata.
Se invece la situazione è diversa, e cioè il soggetto rinuncia NON PER DIMINUIRE LA POSSIBILITA’ DI PUNIZIONE OVVEROSIA PER AIUTARE GLI IMPUTATI A FARLA FRANCA ma in cambio di progetti sociali utili alla generalità dei consumatori e promette in cambio solo di non far costituire parte civile l’associazione (in quanto ente collettivo) per i danni suoi propri, il quadro cambia completamente: ciò sia perché l’associazione ha valutato in questo caso correttamente e con intelligenza che con la giurisprudenza attuale non avrebbe mai ottenuto un vantaggio per se stessa (e quindi per i consumatori) almeno pari al valore della somma erogata dalla banca nella transazione, sia perché conservando esplicitamente il diritto a coltivare le costituzioni di parte civile dei singoli risparmiatori attraverso la difesa degli avvocati del Codacons, praticamente non si è abbassata di un millimetro l’azione di attacco ai vertici di Mps portata avanti in quel processo penale da quella associazione. Infatti attraverso gli avvocati del Codacons i risparmiatori continuano a perseguire la responsabilità e quindi la condanna di quei vertici esattamente come prima.
Allora quello che hai scritto, caro Meletti, è completamente falso: se io dico che Meletti ha preso i soldi da Berlusconi per non attaccarlo più come giornalista del Fatto Quotidiano, ma invece lui ha preso i soldi per un’altra ragione e il Fatto continua ad attaccare Berlusconi anche con articoli scritti ma non firmati da Meletti, ho affermato una cosa falsa e calunniato, offeso e diffamato lo stesso Meletti. Similmente se Meletti scrive che il Codacons ha preso i soldi per non far punire più i vertici della banca (quindi presumiamo in cambio della loro assoluzione, insomma per aiutarli a farla franca) e invece il Codacons continua a difendere con i suoi avvocati 600 risparmiatori e continua a chiedere la condanna di quegli imputati, allora Meletti ha detto una cosa falsa e ha fatto una diffamazione ai danni del Codacons.
Capisco che può sembrare difficile, ma secondo me se dai una letta al dizionario italiano e a quello dei sinonimi e dei contrari capirai perfettamente come sta la situazione, e ne approfitto per estendere questa lezione a un po’ di tuoi colleghi giornalisti sentendo il dovere civico di rafforzare – con i miei e nostri limiti non disponendo come te di una testata a nostra disposizione – i principi di corretto giornalismo che troppo spesso vengono ignorati con l’abbaglio dello scoop.
Riguardo poi l’ultima cosa che hai scritto a commento della nostra replica e relativa a strani quesiti che poni augurandoti che l’avvocato del codacons che difende i 600 risparmiatori non sia stato pagato (sic!) mi viene di chiederti, e mi auguro, che nemmeno tu sia stato pagato per scrivere tutte quelle baggianate diffamatorie su di noi.
Sul tuo quesito lezione numero 2: intanto sappi che gli avvocati (come i cronisti, bravi o inesperti che siano) devono essere pagati e sono pagati tutti se lavorano, non solo perché lo prevede l’art. 36 della Costituzione ma perché obbligatorio per legge, e perché l’avvocato (come una associazione di consumatori o un quotidiano) non è un ente di beneficenza.
Forse tu – inesperto della materia – pensi che le associazioni dei consumatori siano degli enti di beneficenza a disposizione dei cittadini e che per compensare il proprio lavoro preferiscano prendere soldi in modo illegale per difendere i cittadini?
Tutto questo è sbagliato e per imparare cosa sono e come lavorano le associazioni dei consumatori e poter in futuro scrivere in modo più da esperto su di esse, spero che potrai venire il prossimo anno al corso che fa il Codacons con l’università Luiss, terminato solo un mese fa, dove abbiamo spiegato bene quale è la funzione delle associazioni dei consumatori, se si devono far pagare o meno, e come la cultura italiana dovrebbe migliorare rispetto a queste associazioni e non avere una sotto-cultura come quella che dimostri tu in questo campo, probabilmente perché appartieni ancora a quella ideologia fantastica di tanti anni fa (io c’ero tu non eri nato) quando ci si metteva i sandali da frate e si faceva finta di fare il volontariato spogliandosi di ogni bene.
Non è più così e ora tutti gli enti del terzo settore sono molto organizzati, hanno costi rilevanti e devono trovare fondi per poter sopravvivere se vogliono assistere milioni di italiani tra cui anche te, caro Meletti, che se per esempio possiedi una Volkswagen taroccata puoi avere a breve un risarcimento del danno grazie a noi che abbiamo 4 avvocati e 4 periti universitari impegnati in 3 processi tra Verona e altre città con una spesa enorme che speriamo porti ad una buona transazione (che negli altri Stati ha imposto il governo stesso alla casa costruttrice mentre qui – troppo impegnati a litigare – se ne fottono) .
Quindi quell’ultima parte della tua replica – confesso a me, inesperto di giornalismo da scoop, incomprensibile – l’abbiamo sottoposta al parere di un gruppo di esperti italianisti perché ci spieghino – se non vorrai farlo tu stesso – che cosa volevi dire.
Comunque ora spero di averti chiarito le idee: gli avvocati devono essere pagati, quelli del Codacons devono essere pagati anche loro anche se prevalentemente fanno volontariato e vengono pagati piuttosto poco, e se si vince poi si incassano anche le spese (anche se spesso le sentenze di condanna in sede penale non sono immediatamente esecutive e quelle spese non si incasseranno prima di decenni). Pensa che una causa come quella contro i vertici di MPS richiede l’esame di 600 posizioni, lettura e studio di 30.000 pagine di carte, fatica di decine di periti, partecipazione a centinaia di udienze (il processo ILVA, dove difendiamo le vittime e i malati di tumore, immagina che dura da anni e durerà anni ancora con migliaia di udienze e per ogni udienza costi di trasferimento da Roma a Taranto di 5 avvocati e 4 periti, costi tutti anticipati di tasca nostra…).
Comunque quando ci sarà consegnata la relazione degli esperti italianisti su quello che tu volevi dire potremo essere più chiari. Intanto ti mandiamo un affettuoso saluto invitandoti ad occuparti di cose di cui sei più esperto, nell’interesse tuo ma soprattutto dei lettori del tuo giornale cui siamo molto affezionati.
Presidente Codacons
Avv. Carlo Rienzi
PER COMPLETEZZA SI ALLEGANO I LINK AGLI ARTICOLI DEL MELETTI, LA NOSTRA RETTIFICA E LA REPLICA DEL MELETTI
La guerra a comando di Rienzi: Mps paga e Codacons si zittisce
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