7 Maggio 2011

Spiagge private per 90 anni Dubbi Ue sulle concessioni

Spiagge private per 90 anni Dubbi Ue sulle concessioni
 

ROMA LA GUERRA dell’ arenile da ieri ha un nuovo protagonista: la Commissione europea. Bruxelles si dichiara «molto sorpresa» per la possibilità che il decreto Sviluppo varato giovedì conceda le spiagge in concessione ai privati per 90 anni ledendo il principio della concorrenza. Se fosse così, spiega Chantal Hughes, portavoce del commissario al mercato interno Barnier, «non sarebbe conforme con le regole del Mercato unico: abbiamo chiesto alle autorità italiane chiarimenti sul decreto Tremonti». Dagli uffici del commissario si fa capire che la norma, che cancella le concessioni e introduce il novantennale «diritto di superficie» per chi ha finora gestito i lidi costruendo chioschi, stabilimenti, alberghi, era assolutamente inattesa. «PER NOI – spiega la Hughes – è importante garantire la concorrenza negli spazi limitati», cosa che non accade né con la proroga automatica delle concessioni ogni 6 anni (mentre occorrono le aste), né tanto meno con i diritti estesi a 90 anni. Bruxelles sembra pronta a dare battaglia, tanto da ricordare che ha già inviato nel 2009 e nel 2010 due lettere di messa in mora all’ Italia sulle concessioni, aprendo così una procedura di infrazione: «Il sistema delle concessioni ci inquieta in quanto in contrasto con le regole della concorrenza della mercato unico». Il governo continua però a difendere il provvedimento, che è sotto attacco anche da parte delle opposizioni (con l’ eccezone di Casini) e dei consumatori. Il ministro dell’ Ambiente, Stefania Prestigiacomo, sottolinea: «Non abbiamo assolutamente regalato le nostre spiagge ai privati, semmai il decreto ha l’ obiettivo di proteggere il nostro territorio dalle imprese straniere che vengono a colonizzare le nostre spiagge». Il titolare dello Sviluppo, Paolo Romani, parla di un decreto «innovativo» e sottolinea che la Ue «deve tener conto della diversità dei Paesi: in Italia ci sono 25mila aziende che fanno questo lavoro, c’ è la necessità di garantire posti di lavoro». «Solo malintesi», taglia corto il ministro per il Turismo, Brambilla. A difesa del provvedimento sono scesi in campo gli operatori i della Confcommercio e della Confesercenti. SUL FRONTE opposto Pd, ambientalisti, Idv. Il leader del Verdi, Bonelli, parla di «norma illegittima» e calcola che porterebbe a realizzare «oltre 10 milioni di metri cubi di cemento». Il Pd commenta a più voci spiegando che si tratta di «norme propagandistiche», di «privatizzazione evidente delle spiagge a chi le ha cementificate o intende farlo». Il leader di Sel, Vendola, accusa: «Questo è uno scandalo mondiale. Siamo il bel Paese, 4.500 chilometri di costa tra la più bella e complessa del mondo. Concessioni di 90 anni significano privatizzazione di ciò che non può essere alienato. La costa è un bene pubblico». Pollice verso anche da parte dei consumatori, convinti, come dice il Codacons, che «con il nuovo sistema i costi dei servizi di spiaggia potrebbero aumentare del 10%».

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