28 Aprile 2010

Semafori truccati per far cassa 38 indagati tra vigili e sindaci

MILANO ■■■ Li hanno chiamati semafori "vampiri" perché i loro rossi troppo frequenti hanno succhiato dalle tasche degli automobilisti svariati milioni di euro dirottandoli nelle casse di oltre trenta Comuni (2,5 solo a Segrate nel milanese) sparsi in tutt’ Italia. Li hanno soprannominati anche semafori "intelligenti", geniali nel truffare i cittadini coi loro gialli che, strategicamente, duravano solo quattro secondi intrappolando in flagrante anche il patentato più zelante: bisognava essere dei Superman al volante, più veloci della luce per attraversare un incrocio senza diventare inevitabilmente un trasgressore. La Procura di Milano, dopo l’ esposto di alcuni cittadini di Segrate, ha cominciato ad approfondire molti aspetti poco chiari dei dispositivi elettronici che rilevano le infrazioni (i T-red): un’ indagine che si è conclusa ieri con 38 persone indagate tra cui comandanti della polizia municipale, sindaci e funzionari di trentacinque Comuni accusati di aver dato vita a un cartello con le aziende fornitrici di T-red. Associazione per delinquere, turbata libertà degli incanti e subappalto irregolare, i reati ipotizzati dal pm Alfredo Robledo. Il sindaco di Segrate, Adriano Alessandrini, è finito sotto inchiesta per abuso d’ ufficio. «Su istigazione del sindaco – scrive il pm nell’ av viso di fine indagine – erano i dipendenti della Ci.ti.esse (azienda che commercializzava in via esclusiva i T-red, ndr) senza la presenza di alcun pubblico ufficiale» ad acquisire «le immagini delle infrazioni stradali» riprese da Tred. «Veniva così affidata ad una società privata la raccolta di dati sensibili». Inoltre, scrive il pm «i semafori vampiro erano attivi 24 ore su 24», senza che «vi fosse il necessario requisito delle particolari condizioni di circolazione». Ovvero, secondo l’ ac cusa, venivano piazzati anche in incroci non pericolosi. Un sistema che sarebbe andato avanti dal novembre del 2006 al settembre 2007 e che faceva guadagnare sia il Comune che le società che percepivano soldi su «base percentuale». Insomma, più multe, più soldi. Nell’ avviso di conclusione delle indagini si legge ancora che «è stato fissato dolosamente in quattro secondi il tempo di durata del giallo», tempo impossibile da rispettare per uscire da un incroci senza passare col rosso. Per l’ accusa, inoltre, sarebbero state truccate le gare d’ appalto per piazzare su crocevia e strade di 35 Comuni i semafori T-red. L’ avviso è stato notificato anche a Raoul Cairoli, amministratore unico della Ci.ti.esse d altri tre responsabili di società del settore che avrebbero messo in piedi fino al settembre del 2008, «un accordo collusivo di contatto» con le amministrazioni locali attraverso la «collusione con i pubblici ufficiali». Nell’ inchiesta sono stati sequestrati, oltre ai semafori T-red, anche alcuni autovelox per un totale di 68 apparecchi, mentre rimane aperto un filone di indagine "stralcio" con l’ ipotesi di corruzione contestata a pubblici ufficiali che avrebbero preso soldi ed altre regalie per assegnare contratti a aziende che vendono i dispositivi. Il Codacons ha deciso di costituirsi parte civile nel procedimento penale ed invita tutti i consumatori ad aderire all’ azione, nell’ inchie sta sui semafori truccati. Gli automobilisti multati in uno dei 35 comuni coinvolti nell’ in chiesta possono, quindi, partecipare contattando la sede del Codacons di Milano ([email protected], tel. 02/29419096). Per il Codacons ci sono ancora molti semafori lungo le strade italiane con durate del giallo impossibili da rispettare, anche sotto i quattro secondi. Per questo ha chiesto al Parlamento e al Governo la modifica dell’ art 41 del Codice della strada e del suo regolamento attuativo.

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