21 Febbraio 2010

Scanu primo tra i fischi di pubblico e orchestra. Reality padrone del festival

DA ILSOLE24ORE.COM

Alla fine ha vinto il reality. E per il secondo anno consecutivo. In quella che probabilmente passerà alla storia come la finale più tormentata, tra i fischi del pubblico e gli spartiti strappati dagli orchestrali, tra Costanzo che prova a "buttarla in politica" e le sue interviste a Scajola e Bersani, sul podio del sessantesimo Festival di Sanremo approdano tre prodotti della televisione italiana contemporanea: primo è il diciannovenne Valerio Scanu, già vincitore di "Amici", secondo il contestatissimo Emanuele Filiberto di Savoia, già vincitore di "Ballando con le stelle", terzo Marco Mengoni, già vincitore di "X-Factor". Malika Ayane, la favorita della vigilia, deve accontentarsi del premio della critica intitolato a Mia Martini. Delle cose buone che pure si erano viste in quattro serate di kermesse non c’ è traccia nelle scelte decisive e insindacabili dei televotanti. Il putiferio all’ Ariston scoppia alle 23, quando Antonella Clerici annuncia i nomi degli eliminati: nella lista ci sono anche Arisa, Simone Cristicchi e Irene Grandi, beniamini della platea e apprezzati dalla critica. Quando si apprende che neanche Malika Ayane e Noemi saliranno sul podio e che, in compenso, il trio costituito da Pupo, Emanuele Filiberto e Luca Canonici è ormai in zona medaglie, la contestazione diventa incontenibile: alle grida del pubblico in sala ("Venduti!") si unisce la protesta degli orchestrali che strappano gli spartiti e chiedono alla Clerici, in quanto giudici tecnici, la possibilità di manifestare l’ esito del proprio voto. Possibilità negata per motivi di regolamento. Tensione alta anche poco dopo, quando Maurizio Costanzo, che aveva invitato sul palco alcuni operai di Termini Imerese, ha chiesto al segretario del Pd Pier Luigi Bersani e al ministro delle Attività produttive Claudio Scajola di esprimersi sulla questione. Il pubblico, a quanto pare, non ha gradito la parentesi "seria" nel bel mezzo della kermesse rumoreggiando vistosamente. Tornando alla gara, al di là di ogni valutazione possibile sui piazzamenti finali, il dato di fondo è che il format reality ha definitivamente fagocitato il festival. Quel processo inauguratosi l’ anno scorso, con la vittoria di Marco Carta, è giunto a compimento in questa edizione con lo scontro per il titolo tra le squadre di "Amici" e "X-Factor" (quest’ ultima venerdì si è aggiudicata la sezione giovani con Tony Maiello). Non si sottraggono al ragionamento Pupo ed Emanuele Filiberto, rispettivamente ex inviato de "La fattoria" e campione di "Ballando con le stelle". Fino a quando il principale terreno di confronto tra gli artisti resterà ancorato ai messaggini telefonici inviati dai telespettatori, ad avere la meglio saranno inevitabilmente i giovanotti provenienti da format televisivi che su questo strumento di selezione si reggono. Forse tra l’ Ariston e viale Mazzini occorrerebbe una sana riflessione sull’ istituto del televoto. Ammesso che una volta ogni tanto vogliano far vincere la qualità. Per il resto si è assistito a una finalissima orfana di grandi ospiti internazionali, con appena Mary J. Blige a esibirsi. E senza l’ ausilio di Tiziano Ferro che ha dato forfait per motivi di salute, nonostante si vociferi che il problema vero fosse il cachet. Tra le cose più indigeste dell’ edizione 2010 del festival bisogna segnalare, in ultimo, la sovrabbondanza di momenti spot per produzioni Rai varie ed eventuali: dalla fiction sulla principessa Sissi al ritorno di "Tutti pazzi per amore", da Pino Insegno che lancia il prossimo "Insegnami a sognare" all’ immediato avvenire di Max Giusti, da Bianca Guaccero che traina la nuova serie di "Capri" a Milly Carlucci che ribadisce la centralità di "Ballando con le stelle" nei palinsesti della Tv di Stato. Il culmine lo si è toccato quando Antonellina nostra ha portato sul palco l’ immensa schiera di bambini prodigio che torneranno ad animare, a fine marzo, il suo fortunato "Ti lascio una canzone". Ciascuno di essi ha parlato, ballato e cantato monopolizzando lo show della serata finale per un buon quarto d’ ora. Si sa che gli ospiti "veri" – soprattutto se internazionali – costano e che "parlarsi addosso" è sempre un rimedio pratico quanto economico per riempire un format televisivo, ma non sarebbe stato meglio avere un po’ di pudore in più nell’ autopromozione aziendale e dedicare maggiore spazio alla fin troppo bistrattata categoria dei giovani? Questione di stile. E lo stile è come il coraggio di don Abbondio: se uno non ce l’ ha non se lo può dare. Codacons chiede il sequestro dei dati del televoto 21 febbraio 2010

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