24 Febbraio 2010

Sanremo, i voti della discordia Principe battuto al rush finale

Il talent-show fabbrica di cantanti per Sanremo? Fosse solo quello. Produrre gare musicali in tv è pure occasione di incassi ghiotti. Una sofisticata catena di montaggio viene a galla sulla scia delle polemiche dei risultati del Festival: gli italiani hanno speso due milioni 705.212,50 euro per favorire i loro beniamini al Festival di Sanremo, per un totale di 3.606.950 voti, e hanno finito per ingrassare – tra gli altri – pure società come la Neo Network (Zodiak Entertainment-Gruppo De Agostini-Magnolia di Giorgio Gori, produttore di X-Factor ) e la Amuser di Barbolini per le chiamate da fisso, coinvolte nella raccolta dei gradimenti; a sua volta, la Fascino di Maria De Filippi incassa quando si vota per qualcuno dei suoi Amici . Tout se tien sotto il cielo del business tv che campa della democrazia in diretta via telefonino. Arrivano soldoni veri, da lì: dai prossimi naufraghi della Ventura, dall’ antipatico da mandar via dal Grande Fratello, dalle passioni infine suscitate da cantanti che spesso poco hanno a che fare con l’ arte, e molto invece con quel rapporto speciale fra il telespettatore e un suo simile capitato in tv per un caso fortunato. Ieri è stato il giornale dei vescovi, l’ Avvenire , a diffondere i segretissimi dati dei votanti di Sanremo. Mentre ancora resta da penetrare il sancta sanctorum del gradimento dell’ Orchestra, si è così scoperto che fino all’ ultimo momento, nella notte della finalissima del sabato festivaliero, erano in testa Pupo-Principe-Canonici, alla faccia della patria di Verdi e di Puccini: il trio fino alle 23,12 aveva collezionato 212.482 voti, pari al 32,95 per cento dei gradimenti. Ma poi gli Amici di Maria si son passati parola, e si sono scatenati non appena è cessato il coinvolgimento dell’ Orchestra, quando come da regolamento è stata affidata soltanto al televoto la terna ai primi tre posti (Pupo, Scanu, Mengoni). In un amen, su Valerio Scanu sono confluiti ben 96.517 preferenze, che hanno polverizzato i soli 1.384 raccolti da Pupo&C in quell’ oretta. Dunque, sommando le 5 giornate del Sanremone, il ragazzo di Amici si è portato a casa il 37,01 delle preferenze, il Trio si è fermato al 33,53 per cento, Mengoni al 29,46. Così termina, malinconicamente, l’ ultimo Sanremo, non fra due note ma fra sospetti e preferenze contestate, con Codacons e Adoc che sentono puzza di bruciato sul secondo posto a Pupo&C, e chiedono di visionare i tabulati. Se è comprensibile la passione delle ragazzine per le stelle dei talent-show, qualche punto interrogativo è inevitabile su Italia Amore Mio , anche alla luce del lancio degli spartiti da parte dell’ Orchestra. Intorno, salgono i commenti: «Siamo a livelli di terzo mondo, a Sanremo hanno vinto i peggiori», tuona Uto Ughi; mentre il signor Enzino Iacchetti va oltre: «Il voto della kermesse è truccato. E’ stata un’ operazione fantastica verso un popolo idiota», dice a Radiodue da Sabelli Fioretti. Che strano, anche questa volta il Festival somiglia al Paese.
 

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