7 Settembre 2011

Sì di Confindustria, no dei sindacati

ROMA Le ultime novità sulla manovra hanno l’ approvazione di Confindustria che ne sollecita un’ approvazione rapida, mentre sono bocciate senza appello dai sindacati che si ricompattano sul fronte del no, che si allarga a commercianti e consumatori. Cgil, Cisl e Uil dunque, inaspettatamente unite, respingono l’ aumento dell’ Iva e l’ adeguamento delle pensioni delle donne nel settore privato dal 2014. Plauso degli industriali invece all’ introduzione di «alcune misure che vanno nella direzione di rafforzare l’ efficacia della manovra». Confindustria auspica «che il decreto venga approvato rapidamente e che subito dopo si possa aprire una nuova stagione per procedere speditamente verso l’ obiettivo del risanamento strutturale della finanza pubblica e varare le indispensabili misure per la crescita». Dopo le ultime notizie sulla manovra da palazzo Madama, la leader della Cgil Susanna Camusso definisce il governo «in evidente stato confusionale, sordo di fronte al paese e sempre più condizionato dagli umori dei mercati». La manovra è «iniqua, sbagliata, produce effetti depressivi e non è in grado di raggiungere gli obiettivi di sviluppo e di crescita», dice ancora la Camusso. Sulle pensioni «si vuole fare cassa, costringendo le donne a cambiare in due anni la loro prospettiva di vita, e lo ‘stop’ della Lega sulle pensioni si traduce alla fine in un accanimento sulle lavoratrici». Quanto all’ aumento dell’ Iva, «si interviene per la seconda volta, dopo l’ aumento dell’ accise con la manovra di luglio, sulla benzina, con gravi effetti inflazionistici e sui consumi». Sul contributo del 3% sopra i 300.000 euro, il segretario della Cgil, auspica «abbia caratteristiche di solidarietà e riguardi tutti i lavoratori (pubblici, privati ed autonomi) e che il reddito sia calcolato tenendo anche conto di rendite finanziarie e patrimoni». Bocciatura anche dal segretario generale della Uil Luigi Angeletti: «L’ emergenza finanziaria non può giustificare l’ aumento dell’ Iva, soprattutto delle aliquote più basse, né l’ anticipo dell’ equiparazione dell’ età per il pensionamento delle donne», afferma spiegando che ne subirà conseguenze anche a chi sino ad ora ne era stato risparmiato». Altolà anche da Raffaele Bonanni. Il numero uno della Cisl suggerisce al governo un intervento equo e condiviso socialmente con l’ introduzione di «una patrimoniale, escludendo la prima casa e ripristini il contributo di solidarietà a partire da chi non ha la ritenuta alla fonte, facendo pagare chi guadagna di più e possiede di più». Per la Confcommercio l’ incremento dell’ Iva «è una scelta errata» e piuttosto «occorrerebbe agire con più determinazione sull’ intero spettro della spesa pubblica». Confesercenti sottolinea che l’ aumento dell’ imposta sul valore aggiunto «non farebbe altro che allontanare la crescita, deprimendo ancora di più i consumi». Per il Codacons si tratta di «una scelta irresponsabile» e sottolinea che «il governo preferisce tassare tutte le famiglie italiane, anche quelle povere e numerose, invece di colpire ricchi ed evasori».

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