12 Gennaio 2011

Redditi fermi. Ma le spese vanno oltre le disponibilità.

Redditi fermi. Ma le spese vanno oltre le disponibilità. Bilanci in rosso per le famiglie italiane, che non hanno superato lo scoglio della crisi. Costrette a vivere al di sopra delle loro possibilità, hanno anche risparmiato molto di meno. Tra luglio e settembre i redditi sono rimasti fermi rispetto al trimestre precedente. Non solo. Il potere d’ acquisto, eroso dall’ inflazione, è diminuito. Il terzo trimestre dell’ anno si è chiuso, infatti, con un -0,5%. Eppure, le spese corrono. Sono aumentate del 2,4% rispetto a giugno. Mentre sull’ altro piatto della bilancia pesa una propensione al risparmio che scende al 12,1%, il valore più basso da dieci anni. A fare i conti in tasca agli italiani ci pensa l’ Istat. Nei conti economici trimestrali su «Reddito e risparmio delle famiglie e profitti delle società» che riguardano appunto anche piccole aziende e lavoratori autonomi, intesi come famiglie produttrici, si evidenzia che restano al palo anche gli investimenti. Il rapporto fra il totale – che comprende gli acquisti di abitazioni e di beni strumentali (cioè necessari alla produzione) da parte delle piccole imprese – e il reddito disponibile lordo sintetizzato nel tasso d’ investimento sale di appena 0,1 punti percentuali rispetto al trimestre precedente. Meno investimenti, anche per la stasi del reddito. E, quindi, per il calo della propensione al risparmio, intesa dall’ Istat come rapporto tra il risparmio lordo delle famiglie e il loro reddito disponibile. La propensione è stata pari nel periodo luglio-settembre al 12,1%. E’ il tasso più basso dal primo trimestre del 2000. Si registra, quindi, una diminuzione di 0,7 punti percentuali rispetto al trimestre precedente e di 0,9 punti percentuali rispetto al terzo trimestre del 2009. Gli esperti dell’ Istituto di via Balbo spiegano che la flessione è il risultato di «una stasi del reddito disponibile, cui si accompagna una dinamica positiva della spesa per consumi». Il reddito disponibile nel terzo trimestre infatti non si è modificato rispetto al trimestre precedente. Mentre la spesa delle famiglie per consumi finali è salita. Il monitoraggio Istat mette a fuoco la ricchezza nazionale. Il reddito disponibile lordo, destinato a consumi e risparmi, ammontava a settembre a 266 miliardi e 555 milioni di euro. E, a fronte di una variazione nulla su aprile-giugno, ha segnato invece un aumento su base annua dell’ 1,4%. Il trend, però, è migliorato. Nel 2010 la discesa del potere d’ acquisto ha rallentato il passo. Nel complesso, da gennaio a settembre, le famiglie hanno subito una riduzione del loro potere d’ acquisto dell’ 1,2% rispetto al medesimo periodo dell’ anno precedente. Mentre nei primi nove mesi del 2009 la perdita era stata del 3,2%. Dati, comunque preoccupanti secondo le associazioni dei consumatori. «E’ dal 2002 che i redditi reali delle famiglie stanno scendendo in picchiata senza che nessuno li difenda», denuncia il Codacons. E l’ Adiconsum vede nero sul futuro prossimo venturo. «Il 2011 rischia di essere ancora più pesante in considerazione dell’ aumento dei prezzi all’ ingrosso nel settore alimentare, nonché delle variazioni delle tariffe, dalle assicurazioni ai carburanti, al gas, dal metano ai trasporti dei pendolari che stanno marciando, rispetto a 12 mesi fa, con aumenti a 2 cifre». © RIPRODUZIONE RISERVATA.
 

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