12 Gennaio 2011

Potere d’ acquisto in calo

 E ora non si risparmia più

ROMA La ricchezza delle famiglie fa fatica a recuperare le perdite subite dall’ inizio della crisi e la capacità di spesa torna a scendere. Nel terzo trimestre del 2010 il reddito disponibile è rimasto fermo rispetto al trimestre precedente mentre il potere d’ acquisto è sceso dello 0,5%, che diventa -1,2% se si guarda ai primi 9 nove dell’ anno appena passato. I portafogli si sono così alleggeriti e con il budget rimasto gli italiani hanno fatto fronte alle spese, in continua crescita, rinunciando ai risparmi. La propensione a mettere i soldi da parte ha, infatti, raggiunto nel periodo luglio-settembre il valore più basso da dieci anni. Sono questi i risultati del monitoraggio condotto dall’ Istat sui bilanci delle famiglie. E solo rispetto al 2009 si vede qualche miglioramento, almeno per il reddito disponibile lordo, destinato a consumi e risparmi, pari a 266 miliardi e 555 milioni di euro, che a fronte di una variazione nulla su aprile-giugno ha, invece, segnato un aumento su base annua dell’ 1,4%, (ma solo +0,4% nei primi 9 mesi del 2010). Le cifre, invece, restano negative e anzi peggiorano, se si guarda al potere d’ acquisto delle famiglie italiane, cioè il reddito in termini reali (212,181 miliardi di euro), che è sceso sia su base mensile che su base annua (-0,5%). E il calo è ancora più marcato se si considera il periodo gennaio-settembre (-1,2%). Insomma, i livelli pre-crisi rimangono ancora distanti e il confronto tendenziale con il terzo trimestre del 2008, ovvero due anni fa, lo dimostra, con riduzioni nette sia per il reddito disponibile (-1,9%) che per quello reale (-2,9%). Non c’ è, quindi, più spazio per il risparmio: gli italiani sono sempre meno formiche, la quota del reddito disponibile che viene accantonata è calata al 12,1%, un tasso così basso non si registrava dal primo trimestre del 2000. Mentre risulta più difficile contenere i consumi, con i cordoni della borsa che diventano sempre più lenti: nel terzo trimestre la spesa è salita sia in termini congiunturali (+0,8%) che sul piano tendenziale (+2,4%) e nei primi nove mesi del 2010 l’ aumento è stato del 2,2%. In crescita anche gli investimenti (fissi lordi), che comprendono anche l’ acquisto della casa (+0,6% sul trimestre +4,7% in un anno). Le imprese sembrano cavarsela meglio delle famiglie, mettendo a segno tutti dati positivi. Sempre tra luglio e settembre l’ Istat evidenzia un rialzo della quota di profitto (+0,4 punti percentuali su base congiunturale e +1,6 in termini tendenziali) e un’ impennata degli investimenti (rispettivamente +2,1% e +9,8%). Non riserva, invece, notizie confortanti sulla situazione del Paese il sondaggio Confesercenti-Swg, che rileva come un italiano su tre giudichi la situazione economica «pessima». E per il 2011 quasi la metà degli intervistati teme un peggioramento. Sulla stessa linea i consumatori, con il Codacons che sottolinea come la discesa dei redditi reali prosegua dal 2002. Reazioni anche dal sindacato con la Uil che mette in discussione la politica d’ austerità e l’ Ugl che chiede un calo delle tasse.

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