Perché l’Antitrust pone Fastweb sotto osservazione
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di Valeria Oggero L’Antitrust ha posto Fastweb e altre compagnie sotto osservazione: il rischio di monopolio è alto. Il gruppo Fastweb, TIM e Tiscali eroga il servizio di rete in Italia, e l’Antitrust ha presentato un’istruttoria che coinvolge FiberCop. Tutto per la realizzazione della nuova rete in fibra a banda larga in Italia.
Quanti di voi hanno sentito in questi giorni parlare di Fastweb e della questione legata all’Antitrust? Anche sul web iniziano a circolare voci che riguardano questo argomento, perché si è diffusa la notizia che L’Antitrust, ovvero l’Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato, ha posto sotto osservazione una società nata da poco sulla scia di Openfiber, FiberCop.
Il gruppo Fastweb, TIM e Tiscali di fatto detiene il servizio di rete in Italia, e l’Antitrust ha presentato un’istruttoria sugli ultimi accordi che vede coinvolti Fastweb e Tiscali.
La questione ruota intorno alla realizzazione della rete in fibra, a banda larga, nel nostro paese, servizio fondamentale nell’ottica di una modernizzazione del sistema attuale.
Perché l’Antitrust è intervenuto
L’Antitrust si fa sentire ogni volta che una società o un’organizzazione rischia di oltrepassare alcuni limiti giuridici, detenendo di fatto sul mercato il monopolio su un determinato servizio erogato ai cittadini. Il diritto alla concorrenza è uno dei capisaldi delle normative economiche italiane ed europee, e nel nostro paese il concetto di limitazione del monopolio è stato confermato il 10 ottobre 1990, con la legge n. 287, con il cappello “norme per la tutela della concorrenza e del mercato”.
Nonostante le normative siano arrivate molto dopo rispetto ad altri paesi europei, anche in Italia concorrono a prevenire la concentrazione e l’erogazione di un servizio sotto un’unica azienda, società o ente. In questi giorni, l’Antitrust è dovuto intervenire tramite l’avvio di una istruttoria contro FiberCop, nata da Fastweb e TIM, accusata di agire a sfavore della concorrenza, detenendo il monopolio su un servizio a cui tutti i cittadini sono destinati ad accedere.
Fastweb, TIM e il digitale: un settore cruciale nel 2020
Con il boom del digitale, già in passato le società che offrono rete e connettività sono state spesso sotto il mirino dell’Antitrust, con confronti e interventi anche dall’Europa. Ricordiamo ad esempio una vicenda che ha coinvolto TIM ad inizio anno, quando l’Autorità Garante per la Concorrenza e il Mercato aveva sanzionato l’azienda con una multa di ben 116 milioni di euro per una serie di azioni (in cui erano coinvolte anche Wind Tre e Vodafone) e una condotta generale volta a ridurre la concorrenza.
In questa occasione l’azienda è stata accusata di ostacolare lo sviluppo della banda larga, sfavorendo la concorrenza nelle aree bianche, ovvero tutte quelle zone in cui, senza aiuti pubblici, il mercato non porterebbe le nuove tecnologie. I ritardi nella copertura di queste zone sono stati considerati inaccettabili e ingiustificati.
L’accesso alla rete è uno dei diritti dell’uomo
Va fatta una breve parentesi per ricordare che l’accesso alla rete internet oggi è diventato per tutti i cittadini un diritto fondamentale. Si tratta di normative proposte per la prima volta nel novembre 2010, confermate dal Regolamento Europeo nell’aprile 2016.
Considerato quindi che tutti i cittadini hanno il diritto ad un accesso internet presso la propria abitazione (o tramite dispositivi smartphone), la questione di chi detiene e offre il servizio è diventata via via sempre più cruciale. Basta pensare che, specialmente durante un anno come quello trascorso, molti per lavorare in modalità smartworking, hanno dovuto utilizzare necessariamente una connessione internet.
Uno degli obiettivi di modernizzazione in questo senso nel nostro paese riguarda il progetto di una rete unificata che dia la possibilità a tutti gli italiani di accedere alle risorse web in modo rapido e senza intoppi. Ed è qui che è nata FiberCop, con l’obiettivo di una rete unica che copra definitivamente anche le zone ancora grigie o nere.
Fastweb, Tiscali, e i rapporti con FiberCop
FiberCop è nata quest’anno, il 31 agosto 2020, data in cui TIM ha comunicato l’approvazione dell’accordo con il Fondo KKR e Fastweb (con quote in partecipazione all’80% TIM e al 20% Fastweb). TIM ha dichiarato che FiberCop di fatto è un progetto di coinvestimento, e che gli accordi presi riguardano anche Teemo Bidco S.à. r.l. e Tiscali Italia S.p.A., non solo Telecom e Fastweb.
Il mercato di riferimento è quello di accesso all’ingrosso ai servizi delle telecomunicazioni, su rete fissa a banda larga e ultralarga. L’obiettivo è lo sviluppo rapido della fibra ottica, e la copertura di tutte le aree nere e grigie in cui la rete ancora non arriva, con una percentuale del 76% circa. Di fatto il sistema di cooperazione tra i diversi soggetti è stato dichiarato come aperto, ma i rischi di monopolio tramite FiberCop sono alti. Come si legge nel testo completo del procedimento Antitrust:
“Il mercato dei servizi di telecomunicazioni al dettaglio su rete fissa a banda larga e ultra-larga (…) presenta strutturalmente una natura oligopolistica, benché si registri un confronto concorrenziale di più sostenuta intensità rispetto al collegato mercato a monte dei servizi di accesso all’ingrosso. In tale mercato, TIM è l’unico operatore verticalmente integrato in possesso di una rete di accesso con copertura dell’intero mercato geografico nazionale”
Quindi, anche se lo scopo finale è quello di modernizzare il paese tramite un accesso migliorato alla rete, il rischio di un servizio che ricada poi sotto un sistema monopolistico è alto. In passato l’Antitrust aveva apprezzato l’apertura alla possibile concorrenza messa in campo inizialmente con il progetto FiberCop, ma oggi di fatto l’argomento torna ad essere critico.
Basta pensare che tutte le conoscenze, sia tecniche che teoriche, restano concentrate nelle mani di un unico fornitore, di fatto difficilmente accessibili ad una possibile concorrenza. Va ricordato anche a questo proposito che FiberCop di fatto proporrebbe prezzi agevolati a Fastweb, con il rischio che nel tempo quest’ultima non promuova un proprio sviluppo, ma si appoggi interamente a FiberCop.
Fastweb, TIM e Antitrust: dov’è la tutela del consumatore?
Un altro aspetto delicato e importante in questo scenario è quello che riguarda la tutela del consumatore finale. Si è parlato di limitazione della concorrenza, di rischio di monopolio di un servizio, ma cosa ne pensano i consumatori? il processo per limitare la concorrenza, nel tempo, avrebbe portato a una serie di conseguenze nel tempo sui consumatori, per questo Fastweb e TIM sono state citate più volte per le loro politiche di marketing aggressivo sul mercato.
Le associazioni di consumatori più volte sono intervenute a riguardo, e sono state molteplici le denunce per pratiche commerciali scorrette. Tra queste spiccano pratiche ingannevoli, aggressive, modifiche ai contratti in essere. Per esempio gli operatori telefonici TIM, Vodafone e Wind già nel 2019 sono stati denunciati dal Codacons per alcuni servizi agli abbonati in cui erano presenti violazioni degli accordi contrattuali, benché su cifre di pochi euro.
Quello che è stato portato in accusa è il fatto che i consumatori non hanno nessuna possibilità di scelta nelle modifiche contrattuali, e si vedono i propri abbonamenti salire di prezzo a causa della variazione di alcune parti dei contratti.
Compagnie telefoniche e la bolletta a 28 giorni
Un altro episodio degno di nota ha riguardato le compagnie già nel 2019, per la questione della “bolletta a 28 giorni”. In questa occasione, tramite la tredicesima bolletta annua, la TIM era stata accusata per l’aumento di prezzo che aveva apportato (di circa 8,3% in più) conseguentemente alla bolletta.
Nonostante le compagnie avessero proposto tempestivamente i moduli di richiesta rimborso, rendendo anche disponibili alcuni numeri per il servizio clienti, effettivamente i rimborsi tardavano ad arrivare. I consumatori hanno esposto le proprie perplessità sul web, telefonando alle stesse compagnie per fare reclamo, e talvolta sono scattate delle denunce.
L’Agcom, l’autorità per le garanzie nelle comunicazioni, è dovuta intervenire in questa circostanza, dato che molti consumatori chiedevano un risarcimento sotto forma di sconti in bolletta o accrediti per contratti futuri, ma inizialmente senza ottenere risultati. Le compagnie hanno poi dovuto mettere a disposizione metodi più veloci per risolvere la situazione, come pagine web dedicate appositamente al rimborso.
Tutela dei consumatori e banda minima
L’Unione dei Consumatori ha anche introdotto il concetto di “banda minima”, ovvero la velocità minima di connessione che il Gestore deve erogare anche nei momenti in cui la stessa è congestionata. Forse non tutti sono al corrente del fatto che la velocità minima è un dato che deve essere sempre comunicato ai consumatori durante la stipulazione del contratto.
L’Agcom ha fissato già nel 2008 le disposizioni per tutelare i consumatori in tal proposito. I parametri sono gli stessi per tutte le compagnie, e si prevede che chi stipula un contratto per la fornitura di una rete con una compagnia telefonica, abbia il diritto di vedere scritto chiaramente qual è la banda minima garantita, calcolata in Kbps (Kilobit al secondo).
Nel momento in cui il proprio gestore non rispetta gli standard minimi, il consumatore può mandare un reclamo. Purtroppo non sempre è facile ottenere una risposta in tempi brevi, per questo è consigliato dalla stessa Unione dei Consumatori di inviare la richiesta tramite PEC, piuttosto che utilizzando i sistemi di comunicazione tradizionali (Call center, email o canali di assistenza nell’area riservata).
Qual è la risposta di Fastweb, TIM e FiberCop all’Antitrust?
Tornando alla questione FiberCom, le parti coinvolte hanno dichiarato già a novembre di essere aperte al dialogo e di voler limitare i rischi di monopolio. In conclusione non è la prima volta in cui una società di erogazione della rete si trovi sotto osservazione dell’Antitrust o delle autorità per la tutela del mercato o dei consumatori. La questione è delicata e le parti coinvolte sono molte.
Da un lato abbiamo le società che erogano la rete, dall’altro il problema citato dall’Antitrust sul monopolio di un servizio, per non dimenticare che negli accordi è doveroso rispettare i diritti per la tutela dei consumatori finali, noi cittadini. Ad oggi l’istruttoria dell’Antitrust a Fastweb e le altre società è in corso, e il procedimento dell’Antitrust dovrà concludersi il 31 dicembre 2020. Restiamo quindi in attesa di ulteriori evoluzioni.
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