Ombrelloni più cari Rabbia dei consumatori
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fonte:
- Il Centro
PESCARA. Annunciano ispezioni e denunce e si preparano a rivolgersi al garante della Concorrenza per quello che chiamano «il cartello dei prezzi» messo su dalle associazioni di categoria. E’ la rabbia dei consumatori dopo gli aumenti sui prezzi degli ombrelloni. «Aumenti ancora più incomprensibli» concordano le associazioni dei consumatori, «all’ indomani del decreto Tremonti che affida per altri 90 anni le concessioni ai balneatori». Ma ecco le voci del malcontento, dopo i prezzi consigliati da Confcommercio e Confesercenti nei listini spiaggia aumentati del 7 per cento rispetto al 2010. CODACONS «Aumentare ulteriormente i prezzi», attacca il vice coordinatore regionale Codacons Vittorio Ruggieri , «significa non rendersi conto del momento che sta vivendo l’ Abruzzo. Un aumento ancora più incomprensibile all’ indomani della decisione del governo di estendere per altri 90 anni le concessioni: i balneatori dovrebbero essere i primi a trasformare il monopolio che hanno in opportunità, non in un privilegio a danno dei consumatori. Nelle prossime settimane risponderemo con un’ indagine per capire se c’ è qualche gestore virtuoso che nonostante i prezzi consigliati, non obbligatori, è disponibile ad abbassare le tariffe. Se sarà pubblicizzato potrebbe spingere anche gli altri gestori ad abbassare i prezzi. Ma attenzione», ammonisce Ruggieri, «perché si sta rischiando un cartello tra i sindacati che rappresentano i gestori degli stabilimenti, con prezzi calmierati verso l’ alto». ARCO Va subito al sodo Franco Venni , segretario nazionare e presidente regionale Arco. «Ci rivolgeremo al garante della Concorrenza, perchè di fatto oggi si sono messi d’ accordo sul tipo di aumenti, creando una sorta di cartello. Ma i cartelli sono proibiti. E se è vero che si tratta di prezzi consigliati, è anche vero che sono prezzi che interferiscono sulla libera concorrenza tra gli stabilimenti a danno dei consumatori». E ancora Venni: «Ma andremo anche a controllare le condizioni igieniche, l’ acqua delle docce e tutto il resto. Perché all’ aumento del 7 per cento non corrisponde un incremento della qualità dei servizi. Non solo, ma a richiesta di mettere in trasparenza i costi dei servizi per dare possibilità di scelta ai cittadini, troviamo sempre il muro. E tutto questo mentre arriva un decreto fuori logica che di fatto vende il litorale: sarebbero bastati 15-20 anni per far rientrare i balneatori negli investimenti». CODICI E contro gli aumenti, annuncia esposti e denunce Domenico Pettinati , segretario provinciale Codici. «Entro 10 giorni avvieremo un nuovo osservatorio passando a tappeto tutti gli stabilimenti balneari per denunciare le irregolarità con esposti a vigili urbani e finanza. Non abbiamo la possibilità di dirlo nei tavoli dove nessuno ci convoca, a cominciare dalle amministrazioni, lo faremo altrove, senza sconti per nessuno. Pescara è già una delle città più care, come hanno giò dimostrati i nostri osservatori. E non solo per gli ombrelloni, ma anche per i prodotti in vendita, dai gelati alle bibite, con violazioni normative commesse quasi dal 50 per cento dei balneatori, a cominciare dalla mancata esposizione dei prezzi. Non è più concepibile che un gelato che al bar costa un euro, allo stabilimento lo paghi 3». Quanto a Confcommercio e Confesercenti: «Si sta creando un cartello dei prezzi, non c’ è neppure possibilità di scelta». © RIPRODUZIONE RISERVATA.
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