Liberalizzazioni, benzinai chiusi per 7 giorni
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fonte:
- Il Mattino
Roma. Sette giorni di sciopero dei benzinai della Figisc-Anisa Confcommercio (circa 10.000 tra autostrade e centri abitati). Taxi in assemblea ieri a Roma e oggi pronti a presentarsi puntuali, alle sei del pomeriggio, a Palazzo Chigi per l’ incontro con il governo. E poi ci sono le aziende della distribuzione dei carburanti sul piede di guerra con l’ Assopetroli (Confcommercio) che chiede «un confronto immediato» all’ esecutivo che ieri ha schierato il ministro della Giustizia, Paola Severino, per l’ incontro con gli Ordini professionali: avvocati, notai, architetti, giornalisti, una ventina in tutto. Giornate intense nel quadrilatero dei ministeri, dall’ Economia allo Sviluppo, agli Affari regionali, Giustizia, Ambiente, ognuno per le proprie competenze e Palazzo Chigi a tirare le fila in vista di venerdì quando il Consiglio dei ministri approverà il decreto sulle liberalizzazioni. Lo slittamento di un giorno è dovuto al fatto che, cancellato l’ incontro Merkel-Monti-Sarkozy dopo il declassamento sui ratings europei decretato da Standard & Poor’ s, il governo prende quelle 24 ore in più anche per garantirsi il necessario sostegno dai partiti. Tutti accettano le liberalizzazioni in linea di principio, nessuno le vuole in concreto. Le parafarmacie contestano l’ avanzata della lobby dei farmacisti e temono di veder sfumare definitivamente la vendita dei farmaci di fascia C. «La bozza che sta circolando, così com’ è – hanno affermato ieri – decreta la fine della nostra esperienza. Le misure combinate del decreto salva-Italia che permette la concorrenza su appena il 2% dei farmaci con prescrizione ripetibile e quelle del nuovo testo in circolazione rischiano di far saltare un patrimonio di 3.000 punti vendita, 600 milioni di investimento e 8 mila posti di lavoro». Un accorato appello, quello dei parafarmacisti (Forum nazionale, Anpi e Mnf), lanciato per ottenere un miglioramento del decreto. Il fronte dei benzinai si divide con la Faib-Confesercenti e la Fegica-Cisl che accusano la Fgisc-Confcommercio di «sciopero intempestivo, se non altro perché in assenza di un testo accreditato». Le associazioni dei consumatori promettono fuoco e fiamme: l’ Adoc perché giudica «assurdo» lo sciopero dei benzinai e calcola in circa 200 euro il risparmio annuo, che potrebbe ottenere ogni automobilista; il Codacons perché trova «paradossale» che gli sconti sui farmaci di fascia C, già possibili, rimangano un miraggio nelle farmacie visto che è impedita la concorrenza dei parafarmacisti. «Stiamo organizzando un ricorso collettivo al Tar e alla Corte costituzionale – annuncia il presidente Carlo Rienzi – di tutte le parafarmacie ed i farmacisti non titolari di farmacia, per contestare la non totale apertura alla vendita dei farmaci di fascia C fuori dalle farmacie». Un annuncio che sembra uno scioglilingua ma che punta dritto a un business che vale 3,3 miliardi annui e 500 milioni di sconti per i consumatori. Un tema sul quale Federfarma non replica. «Siamo pronti al confronto – afferma l’ associazione – ma non possiamo subire interventi che avrebbero un impatto destabilizzante sul servizio farmaceutico». In questo quadro, e mentre Monti incontrava i leader dei partiti, il ministro Severino ha visto i presidenti degli Ordini professionali, riuscendo almeno in parte a rassicurarli. Non gli avvocati che hanno riferito al ministro «il forte disagio per il metodo seguito dal governo» e confermano lo stato di agitazione. Più disponibili gli architetti: «Il ministro si è espresso con grande franchezza: non c’ è alcuna intenzione di destrutturare il sistema delle professioni». Lei, Paola Severino, parla di «incontro costruttivo». Ha confermato che l’ addio definitivo alle tariffe minime, già abolite, ma «verrà presa in esame» la possibilità di utilizzarle in caso di controversie giudiziali. «Per i notai – ha proseguito il Guardasigilli – è stata ipotizzata una revisione dei criteri e una riduzione dei tempi per la revisione delle piante organiche». Per i giovani «la possibilità di svolgere il tirocinio durante i corsi universitari». In nessun caso è all’ esame «l’ abolizione degli Ordini né degli esami di Stato. Vogliamo la liberalizzazione delle professioni è stata la conclusione ma vogliamo delle professioni di qualità». © RIPRODUZIONE RISERVATA.
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