5 Ottobre 2015

La cybersicurezza inizia dal tablet

La cybersicurezza inizia dal tablet

necessari antivirus e controlli frequenti
Mai accettare link dagli sconosciuti. Sembra un’ ironia, ma è uno dei principi essenziali della cyber-sicurezza per minorenni e rispettive famiglie. Le insidie sono note: contatti sospetti su Facebook, app “gratis” che erodono il credito mensile, malware nascosti nel più innocuo dei giochi online. Il web abbonda di rischi, ma come si educa alla prevenzione? Andrea Zapparoli Manzoni, responsabile cybersicurezza di Kpmg, consiglia di tenere sott’ occhio l’ uso «un po’ troppo disinvolto» che si può fare dei servizi digitali. A partire da smartphone e tablet, tanto familiari quanto scivolosi per chi fa un uso “ludico” della connessione domestica: «Che cosa aumenta la sicurezza? Non collegarsi a reti wi-fi sconosciute, non scaricare applicazioni da mercati mai sentiti, non utilizzare la loro email personale. E, va ribadito, evitare selfie “piccanti” perché quelle che si ritengono foto innocenti possono essere rubate e fatte circolare» dice Zapparoli Manzoni. I rischi? Nella migliore delle ipotesi, bollette stellari alla fine del mese o addebiti che sottraggono 3-5 euro a settimana in cambio di app mai ordinate. Nella peggiore, malware capaci di mandare il tilt il dispositivo o violare la privacy dei suoi intestatari: «La casistica è ampia. Il servizio che fa ricevere servizi da 3 euro e si mangia tutto il credito, app “di suonerie” che poi servono a rubare i contenuti e infine veri e propri malware: si scarica una applicazione divertente, per il primo mese non succede nulla ma dal secondo iniziano i danni». Non sempre è questione di ingenuità. Come sottolinea Stefano Tiberga, ufficio stampa Codacons, «in molti casi per attivarli è sufficiente un errato clic su un “pop up” spuntato improvvisamente per far partire un servizio a pagamento. Per esempio molto spesso accade con i telefoni cellulari, un semplice clic e possono partire abbonamenti a non meglio precisati servizi, che comportano il prelevamento truffaldino di denaro». Il conto può raggiungere picchi di migliaia di euro, sempre che non si torni indietro per tempo. Se si tratta di servizi indesiderati può bastare una richiesta di disattivazione. Ma, più in generale, i filtri sono due: anti-virus ed educazione a un uso consapevole delle rete. Per quanto riguarda la prima, «dotarsi di un buon antivirus permette di essere al sicuro dalle principali minacce diffuse online» fa notare Tiberga. Sulla seconda, dice Zapparoli Manzoni, si affida tutto alla conoscenza: «Tutti, genitori inclusi, devono eliminare due vizi di pensiero: uno, pensare che tutto sia gratuito solo perché è sul web. Non solo non è vero: è pericoloso. Due, bisogna realizzare che non siamo mai sicuri di chi c’ è dall’ altro lato dello schermo. Soprattutto sui social network, dove abbondano spam e profili fake». © RIPRODUZIONE RISERVATA

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