8 Giugno 2010

La crisi dei consumi si riaffaccia sulla scena dell’economia italiana

 La crisi dei consumi si riaffaccia sulla scena dell’economia italiana. Dopo sei mesi di crescita, la retromarcia ad aprile con un calo dell’1,6%. È l’effetto soprattutto della fine degli incentivi auto, avverte la Confcommercio, che ha monitorato l’andamento delle vendite. Anche se la recessione ha colpito un po’ tutta l’Europa, dopo il caso Grecia e i timori per le manovre sui conti pubblici. In proposito, le associazioni dei consumatori vanno all’attacco del governo. L’intervento del governo, colpendo soprattutto il reddito fisso, di deprimere ancora di più la domanda di mercato. Lo stop interrompe il «recupero» che era stato avviato nell’ultimo trimestre del 2009, dopo la crisi precedente. E il dato destagionalizzato è ancora peggiore. Segnala un calo dell’1,7% rispetto a marzo, che si confronta con un bimestre precedente in graduale miglioramento. «Il dato di aprile è stato largamente influenzato dalla dinamica della domanda di autovetture, che ha visto un ripiegamento assai sensibile. Tanto che, guardando alla dinamica dell’indicatore, si evidenzia che dopo un periodo di decisa espansione, con un aumento del 13,6% nel primo trimestre dell’anno, i consumi per beni e servizi per la mobilità hanno registrato, ad aprile, una diminuzione del 14,8% rispetto ad aprile dello scorso anno e del 15,2% rispetto a marzo», fa notare l’ufficio studi della Confcommercio. Inoltre sul dato ha influito, oltre alla fine degli incentivi per l’acquisto di auto da parte dei privati, anche lo stop di alcuni giorni del traffico aereo nei principali aeroporti del nord. Quest’ultimo, limitando l’afflusso di turisti, potrebbe aver influito sulla ristorazione e i servizi d’alloggio, in calo dell’1,3% ad aprile rispetto ad un anno fa. A proposito dell’andamento dei singoli comparti, è preoccupante. Per alimentari, bevande e tabacchi si stima un calo del 2% dei volumi acquistati (sempre rispetto ad aprile 2009). Mentre abbigliamento e calzature hanno messo a segno una riduzione dello 0,6% rispetto ad aprile dello scorso anno. In crescita solo beni e servizi per la casa (+1,1%), beni e servizi ricreativi (+ 1,8%), beni e servizi per le comunicazioni e per l’Ict domestico (+2,7%) e beni e servizi per la cura della persona (+1,6%). Un trend che preoccupa il Codacons. «La domanda di beni e servizi per la casa, ossia quelli maggiormente incentivati dal governo, registra un flebile +1,1%. Considerato che gli incentivi partivano proprio da aprile e che, essendo a esaurimento, bisognava affrettarsi a prenotarli, il dato dimostra che il decreto ha partorito un topolino. L’esecutivo, se vuole che i consumi tornino a crescere, dovrebbe fare l’opposto di quello che ha deciso, bloccando le retribuzioni dei dipendenti pubblici». Anche Adusbef e Federconsumatori attaccano: «Urge una manovra che ristabilisca equità, rilanciando la domanda di mercato e non una che colpisca il reddito fisso fino a 1.900 euro annui».

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