«Iva, non aumenteremo i prezzi»
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fonte:
- L`Unione Sarda
A pochi giorni dall’ aumento dell’ Iva (dal 21 al 22%), gli animi dei commercianti e dei consumatori sono sempre più caldi. In Sardegna, confermano Confcommercio e Confesercenti, i negozianti non faranno ricadere sui clienti la batosta fiscale. Questo significa che nessun incremento di prezzi è in agenda. Ma c’ è chi, dall’ altra parte, lancia già i primi allarmi. Federconsumatori preannuncia: il rischio di rincari e di speculazioni è molto forte.I COMMERCIANTI Nel frattempo, i commercianti fanno quadrato. «Non possiamo far ricadere questa follia dell’ aumento dell’ Iva sui consumatori», spiega Marco Sulis, presidente regionale di Confesercenti. «Sono sicuro che la maggior parte di noi compenserà l’ incremento, accollandosi le perdite a livello di margine di bilancio». Sulis si toglie qualche sassolino dalle scarpe. «Come sempre a pagare sono i piccoli dettaglianti e non l’ industria. È uno scandalo che il carico fiscale continui ad aumentare», accusa Sulis. «Sarà quindi inevitabile, dalla prossima stagione, trovare listini con prezzi più cari». LA GRANDE DISTRIBUZIONE I veleni del rappresentante di Confesercenti assomigliano alla rabbia di Agostino Cicalò, numero uno di Confcommercio in Sardegna. «Questo balzello fiscale avrà un impatto violento, ma di certo non possiamo scaricarlo sulla clientela: vorrebbe dire affossare i consumi e quindi le nostre entrate». Cicalò spiega che una flessione del 3-4% dei consumi incide sui margini delle aziende della distribuzione almeno di un 6%. Si spiega così la comunicazione di alcuni grandi catene come Mediaworld, ma anche Ikea, che sottolineano la loro intenzione di non scaricare l’ Iva sugli acquirenti finali.L’ INIZIATIVA Auchan, dal canto suo, ha avviato iniziative per valorizzare le tradizioni enogastronomiche, i prodotti locali e i sapori tipici: dal 4 al 6 ottobre nelle sedi di Santa Gilla e di Pirri si terranno degustazioni e una presentazione dei prodotti sardi, con le imprese locali 3A Arborea, Argiolas, Sepi, Manca, Pruneddu, Gennargentu, Sardus Pater, Santa Maria La Palma, Jersu, Dorgali, Sella e Mosca, Coopar, Argei, Silvio Carta, Bontà del Sole e altri.I CONSUMATORI Qualcuno, però, non crede alle rassicurazioni dei commercianti. «Temiamo che molti coglieranno la palla al balzo e con la scusa dell’ Iva aumenteranno i prezzi nel giro di poco tempo», lamenta Andrea Pusceddu, leader di Federconsumatori. «La tendenza riscontrata negli ultimi mesi è di un graduale aumento dei listini. Crediamo che quest’ ultima batosta fiscale sia la scusa per continuare in questo ingiustificato incremento». Il Codacons va oltre e rivolge un appello a tutte le organizzazioni dei commercianti e della grande distribuzione, chiedendo di bloccare i prezzi e non applicare la maggiore aliquota fino al prossimo 31 dicembre. «I consumatori e i commercianti devono stare, almeno per una volta, sulla stessa barricata», spiega il presidente nazionale Carlo Rienzi. «La maggiore aliquota introdotta martedì scorso determina una stangata per le famiglie ma anche un danno tangibile per gli esercenti, in quanto la riduzione dei consumi (stimabile in un -3%), che farà seguito ai rincari dei prezzi per effetto dell’ Iva, causerà una vera e propria ecatombe nel settore del commercio, già stremato dalla crisi economica in atto». Per questo, continua Rienzi, «rivolgiamo un appello a commercianti e grande distribuzione: bloccate i prezzi fino al 31 dicembre 2013, senza applicare ai listini la nuova Iva e senza rincari».Lanfranco Olivieri RIPRODUZIONE RISERVATA.
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