Il rapporto sul terziario della Confcommercio prevede un calo dell’1,9% degli acquisti delle famiglie
-
fonte:
- Il Gazzettino
Se l’anno scorso gli italiani hanno stretto la cinghia, e tra crisi globale e timori per il posto di lavoro hanno ridotto dell’1% i consumi, per quest’anno le stime sono ancora peggiori. La Confcommercio prevede un crollo dell’1,9% (dopo il -1,5% stimato a fine giugno), con il Pil in discesa libera (-4,8%). Per rivedere il segno ‘più’ – avverte il rapporto sul terziario – bisognerà aspettare il 2010: secondo le previsioni dell’associazione di categoria consumi e prodotto interno lordo segneranno una lieve ripresa con il +0,6%; tendenza che si consoliderà nel 2011, quando la spesa degli italiani crescerà dello 0,8% e il pil dello 0,6%. Ma non c’è crisi che tenga: gli italiani non risparmiano sulle spese per i telefonini. Nel 2008, a fronte del calo generalizzato dell’1% dei consumi, l’acquisto di cellulari è aumentato del 15,4%. Se proprio devono risparmiare, le famiglie italiane tagliano sulle spese per auto e moto (-15,1% nel 2008), servizi di trasporto (-7,4%), elettrodomestici (-7,1%) e prodotti alimentari più ‘cari’, come il pesce (-5,4%). In calo del 3% anche gli acquisti di quei beni, come il pane, la frutta, il latte e le uova, che l’anno scorso hanno registrato un impennata dei prezzi a causa dell’aumento delle materie prime. Nell’ultimo anno sono aumentate solo le spese da ‘bricoleur’, ovvero quelle che hanno permesso alle famiglie italiane di fare da sole la manutenzione domestica: le attrezzature per la casa e il giardino hanno registrato un aumento del 14,3%, i tessuti per la casa del 4,7%. Se si prende in considerazione il periodo 2002-2008, inoltre, la passione degli italiani per i telefonini risulta ancora più lampante: la spesa per questi prodotti è aumentata del 189%. Bene anche il settore elettrodomestici ‘bruni’, ovvero tv, impianti stereo, ecc, che ha registrato un incremento del 50%. Aumentate dal 2002 al 2008 anche le spese per i medicinali (+40%) e i servizi ricreativi e culturali (+16,5%). E le variazioni dei consumi hanno rimodellato anche la dieta degli italiani: in sei anni è aumentato il consumo di carne (+7,2%) e pane e cereali (+5,7%), che sostituiscono sempre di più il pesce (-11,9%), oli e grassi (-11,9%). Si beve più acqua che alcolici, e si mangia sempre più spesso fuori casa: in sei anni le spese per la ristorazione sono aumentate del 5%. «Era ora che la Confcommercio si svegliasse e cominciasse ad aprire, almeno parzialmente, gli occhi sulla crisi – commenta l’associazione dei consumatori Codacons – dopo gli aumenti ininterrotti dal 2002 ad oggi, ci sarebbe spazio per un calo immediato dei prezzi di almeno il 20%». Per Adusbef e Federconsumatori «Confcommercio avrebbe l’obbligo di tagliare i prezzi almeno del 40%». Ma l’Adoc contesta i dati: «Le vendite di telefonini si stanno riducendo del 20% e i piccoli punti vendita del settore chiudono in continuazione».
-
Sezioni:
- Rassegna Stampa
-
Aree Tematiche:
- ECONOMIA & FINANZA
- ENERGIA
-
Tags: abbigliamento, acqua, Adiconsum, adoc, adusbef-federconsumatori, alcolico, ammortizzatori sociali, assicurazioni, calzature, carburanti, carne, cereali, cinema, commercianti, Confcommercio, consumi, COSMETICI, disoccupati, elettrodomestici bruni, elettronica, elio lannutti, fiscal drag, fiscalità, giornali, grassi, impianti stereo, lettori di dvd, libri, mercato, musei, musica, palestre, pani, paolo landi, pesce, Petrolio, precari, Prezzi, rapporto sul terziario, rc auto, redditi, rosario trefiletti, servizi, spese sanitarie, spettacoli, tariffe, telefonia, trasporto, vacanze