23 Febbraio 2010

Il pensiero più che unico del malandrino “popolo sovrano”

Nelle cinque, tediosissime nottate che hanno contraddistinto il 60° (e forse ultimo?) Festival della Canzone Italiana c’ è stato un solo momento nel quale ho sentito un’ autentica emozione, ma si trattava di un fatto puramente personale: Edoardo Bennato ha voluto cantare Ciao amore ciao di quel grande artista, Luigi Tenco, che è stato anche il mio miglior amico in assoluto. Con il suo omaggio a Tenco Bennato ha anche un po’ supplito alla mancanza di memoria degli attuali (ahimè) organizzatori. Infatti si sono dimenticati di Buscaglione. Qualcuno dirà che non aveva mai partecipato a Sanremo, ma resta pur sempre una gloria della canzone italiana. Se non fosse stato per Maurizio Costanzo non sarebbe mai stato neppure nominato Mike Bongiorno che pure ha condotto la manifestazione per molte edizioni. Inoltre, nella serata sui vecchi successi del festival, neanche una strofa di canzone di Adriano Celentano. Forse per il direttore artistico Mazzi, Il ragazzo della via Gluck è una canzoncina minore e forse non sa che 24.000 baci (scusate se mi cito) è stato e continua, dopo quarant’ anni, a essere uno dei brani più conosciuti. Mi permetterò di fare omaggio a questo signore dei vari libri di Gianni Borgna, alcuni proprio sulla storia di Sanremo. I risultati finali sono stati quelli che ormai tutti conoscono, ma, come più d’ uno ha fatto notare, erano anche prevedibili: ha vinto per la seconda volta di seguito una star di Amici, terzo una di X factor. Significa che il mastodontico apparato organizzativo è servito a una tv del Cavaliere. Bravi, bel risultato! Va inoltre notato che in tutte le trasmissioni preparative o collaterali è stata data parola solo a chi non esprimeva neanche una velata e civile critica. Chi ci ha provato è stato duramente redarguito; persino la bella e competente Rosita Celentano si è presa la sua reprimenda. Unica voce un po’ discorde Cristiano Malgioglio, tollerato perché fa folclore, come certe vecchie zie simpatiche ma un po’ svampite. Per il resto pensiero più che unico, ammesso che di pensiero si tratti perché tra gli «opinionisti» c’ erano anche persone di nessuna competenza musicale come Irene Pivetti. Il direttore di Raiuno Mazza considera comunque trionfale questa 60° edizione dati gli ascolti. Vorrei ricordargli che di ascolti trionfali non ce ne sono più stati dopo le edizioni dirette da Adriano Aragozzini, anche se quest’ anno la Rai ha potuto contare sulla mancanza di controprogrammazione Mediaset che, come abbiamo spiegato, era parte in causa. La povera Antonella Clerici ha persino detto che siccome erano stati votati dal pubblico erano comunque risultati legittimi e democratici. Sulla legittimità c’ è un esposto del Codacons e vedremo come andrà a finire. Il fatto poi che chi ha più soldi, e quindi può organizzare valanghe di sms e telefonate, sia un apostolo della democrazia è un’ idea quanto meno singolare. Anche se probabilmente piacerà al paroliere di Apicella.

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