25 Febbraio 2015

Il Mise precisa: «Sul cambio gestore non è previsto alcun tipo di penale»

Il Mise precisa: «Sul cambio gestore non è previsto alcun tipo di penale»

ROMA – I notai, che chiedono un incontro urgente con il ministro della Giustizia. I commercialisti che lamentano l’ esclusione dalla liberalizzazione degli atti notarili. I parafarmacisti che saranno in piazza già venerdì. Il sindacato dei professionisti denuncia la “conse gna” dei servizi alle lobby bancarie e industriali. L’ Autorità per l’ energia che si aspettava una «proposta migliore». E come se non bastasse la polemica sulle presunte “pena li” per chi cambia il gestore per il telefonino. Ancora non è arrivato in Parlamento ma sul ddl concorrenza Renzi -Guidi già si intravede il clima da barricata che ha accompagnato tutti i tentativi dei vari governi di apertura del mercato, a partire dalle “lenzuolate” di bersaniana memoria. Il provvedimento varato dal governo venerdì scorso potrebbe arrivare in Senato già oggi, per passare al vaglio della commissione Industria del Senato, guidata da Massimo Mucchetti, che peraltro ha già messo in calendario anche diverse proposte parlamentari in materia che attendevano da tempo (anche da inizio legislatura) di essere esaminate. E già fioccano le richieste di modifica a partire da quelle dei consumatori, che per prima cosa chiedono, a scanso di equivoci, di cancellare la parola “pena li” dal testo: non basta, insomma, la precisazione del ministero dello Sviluppo economico, dopo il tam-tam che aveva lanciato l’ allarme del ritorno delle penali sul passaggio da un gestore all’ altro per telefonia e Internet (cancellato appunto dalle liberalizzazioni di Bersani). Il ddl «non prevede in alcun modo la reintroduzione di penali per chi recede dai contratti di abbonamento a telefoni fissi e mobili, Internet o a pay -tv» si è affrettato a chiarire il Mise, sottolineando che la norma, che tra l’ altro fissa un tetto «a 24 mesi per le promozioni», «non cambia le disposizioni generali in materia di recesso anticipato dai contratti di telefonia, Internet e tv, ma disciplina i costi di uscita dalle sole promozioni relativi ai medesimi servizi (come l’ uso di uno smartphone o le partite di calcio gratuite)». Insomma, quello che era vietato fino a ieri continuerà ad esserlo e la misura è volta, nell’ intento del governo, a «ridurre e rendere trasparenti i costi e a promuovere la mobilità dei clienti». Non abbastanza comunque, secondo il Codacons, che chiede invece di abbassare, o eliminare del tutto, proprio «il vincolo della durata delle promozioni, se si vuole davvero difendere l’ utente dallo strapotere dei gestori». Mentre Adusbef e Feder consumatori chiedono di «cancellare la parola penali dal testo». Intanto il consiglio del notariato, che fin da subito aveva evidenziato i rischi della deregulation, ha chiesto a Orlando un incontro urgente per arginare «i potenziali effetti distorsivi» di alcune misure, a partire dalla «cancellazione da imparzialità, terzietà» e, soprattutto, «controllo antiriciclaggio» garantiti dall’ intervento notarile.

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