19 Gennaio 2002

I Nas dei carabinieri indagano sui prezzi

I coltivatori: «Carciofi a peso d?oro? Colpa dei grossisti»

I Nas dei carabinieri indagano sui prezzi, il ministro Marzano: «Molti prodotti non hanno risentito delle gelate»

ROMA ? Le zucchine (quelle chiare, con fiore) a 5,68 euro al chilo (quasi 11 mila lire, ma con punte fino a 15 mila); il radicchio rosso di Treviso a 12,91 euro (quasi 25 mila lire), e un chilo di carciofi che prima di Natale costava 1,78 euro adesso oscilla sui tre euro… La “miscela“ siccità al Nord-gelo al Sud-arrotondamenti euro dappertutto continua a provocare un?impennata di prezzi speculativi e di polemiche: il Codacons ha chiesto alle Procure di dieci città di indagare contro i grossisti per aggiotaggio (con dichiarazioni allarmistiche e un “dosaggio“ nelle immissioni sui mercati indurrebbero i consumatori ad acquistare subito maggiori quantità di prodotti, per evitare di pagarli di più il giorno dopo, e quindi farebbero lievitare i prezzi e i loro guadagni); i Nas dei Carabinieri sono già al lavoro e anche il Governo (al quale le associazioni dei coltivatori chiedono di proclamare lo stato di calamità naturale) si è fatto sentire contro gli aumenti ingiustificati: «In molti casi ? ha riconosciuto Antonio Marzano, ministro delle Attività produttive ? si tratta di prodotti già raccolti che non sono sui campi e che quindi non hanno risentito delle gelate». Quindi, «bisogna dire ai commercianti di non speculare». «Scaricare la responsabilità solo sui commercianti è capzioso e ridicolo», ribatte Sergio Billé, presidente della Confcommercio. E tutti, comunque, continuano a richiamare i soliti problemi strutturali (trasporti quasi interamente su strada, reti idriche colabrodo, eccessiva frammentazione della “filiera“ agro-alimentare) che incidono troppo sui prezzi anche in condizioni meteo normali.
Ma la speculazione è ormai ampiamente documentata. Secondo la Coldiretti i prezzi dei prodotti agricoli stanno aumentando, in media, di 5-6 volte: di tre volte dal produttore al grossista, e di altre due-tre volte dal grossista al dettagliante e al consumatore. I commercianti cercano di tirarsi fuori, e Dino Abbascià, presidente dell?associazione dettaglianti ortofrutticoli, ha invitato i suoi colleghi ad esporre accanto alla verdura le fotocopie delle fatture rilasciate dai grossisti, «così il cliente si fa un?idea più chiara». E con i grossisti se la prendono soprattutto i produttori e le associazioni dei consumatori. «Il gelo e la siccità influiscono ? fa notare Lorenzo Bazzana, responsabile economico della Coldiretti ? ma la sproporzione speculativa è evidente: per gli ortaggi sul campo, l?aumento medio al produttore è stato tra le 200 e le 1.500 lire al chilo, e nella filiera di distribuzione avrebbe dovuto essere proporzionato, non così vistoso».
Ma ciò che fa gridare alla speculazione è soprattutto l?aspetto indiscriminato degli aumenti, che coinvolgono anche prodotti delle serre (pomodori, peperoni, fragole) o già da tempo in magazzino (mele, pere, cipolle). «Ai grossisti basta tenere le merci alcuni giorni in più nei magazzini ? dice Paolo Landi, presidente di Adiconsum ? per immetterle poi sui mercati a prezzi maggiorati». Ma l?allungamento dello stoccaggio nelle celle frigorifere ? accusa a sua volta Italo Mannucci, presidente del Codacons-Lazio ? «influisce sulla qualità dei prodotti e può renderli anche nocivi». E i grossisti? Contestano le cifre: «I prezzi sono sì saliti, ma non di tre volte o dieci come tanti hanno detto ? ribatte Franco Podestà, presidente dell?Apgo ? Soprattutto non per tutta la merce. E, poi: mangiare zucchine non l?ha ordinato il medico. La gente è libera di acquistare prodotti che costino di meno: i prezzi dei surgelati sono assolutamente invariati».
Ma, naturalmente, i consumatori ? ai quali, secondo Emmanuele Picari, presidente dell?Unione Consumatori, il “caro-verdura“ sta costando quasi 95 mila lire in più al mese, per ogni famiglia ? aspettano che il governo e la magistratura si muovano con decisione, anche per prevenire altre speculazioni nei prossimi mesi: il gelo e la siccità potrebbero compromettere la frutta di prossimo germoglio (susine, albicocche, ciliegie, uva, ecc.) e gli speculatori potrebbero farne sin d?ora un alibi per altri vistosi aumenti.

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