21 Maggio 2019

Huawei, il dubbio squilla sui cellulari

 

ROMA La guerra dei dazi, da spettro della macroeconomia e della geopolitica, si concretizza sui cellulari, strumento di uso comune per centinaia di milioni di persone. Trump ha vietato ai gruppi statunitensi gli scambi con compagnie straniere ritenute «pericolose per la sicurezza nazionale» ed ha messo nel mirino Huawei, il colosso delle telecomunicazioni cinese. Prontamente hanno eseguito l’ordine del presidente americano le principali aziende Usa produttrici di chip e microchip – da Intel a Qualcomm, da Xilinx a Broadcom – che hanno bloccato le forniture a Huawei. Poi si è aggiunto il gruppo tedesco di microchip Infineon.

Nessun problema immediato

Ma il colpo di grazia è stata la sospensione della licenza Android fornita da Google, che potrebbe comportare per gli apparati Huawei la mancanza di alcuni servizi Google non “open source” (a partire da Gmail e Youtube), l’impossibilità di eseguire aggiornamenti di sicurezza sugli smartphone e la limitazione delle funzionalità dei telefonini. In realtà, spiegano gli esperti, la mossa decisa da Google non dovrebbe comportare problemi immediati: Google Play e il sistema di sicurezza Google Play Protect continueranno a funzionare. Problemi veri potrebbero invece insorgere con l’arrivo del nuovo modello Huawei o di nuove versioni di Android.

«Servizi garantiti»

Da parte sua Huawei rassicura che «continuerà a fornire aggiornamenti di sicurezza e servizi di post-vendita per gli attuali smartphone e prodotti tablet Huawei e Honor, compresi quelli che sono stati venduti e quelli ancora in stock». Il colosso delle telecomunicazioni ricorda di essere «uno dei partner chiave di Android». Intanto il Codacons si prepara ad una class action se dovessero esserci invece ricadute negative per gli utenti.

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