>>>ANSA/ SVILUPPO: SPIAGGE; UE SORPRESA, NECESSARI CHIARIMENTI
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fonte:
- Ansa
ROMANI, TENERE CONTO DIVERSITA’ ITALIA; BRAMBILLA,SOLO MALINTESI
(ANSA) – BRUXELLES, 6 MAG – Con una procedura d’infrazione
ancora non risolta contro l’Italia per il sistema sulle
concessioni marittime, che prevede il loro rinnovo automatico
ogni sei anni, Bruxelles ha dichiarato oggi tutta la sua
"sorpresa" per le notizie stampa sul decreto sviluppo che
introduce il "diritto di superficie" su coste e litorali per
un periodo di 90 anni.
Il dubbio di Bruxelles è che il provvedimento sia contrario
alle regole del mercato unico e della libera concorrenza. E si
aggiunge alle critiche già giunte dagli ambientalisti e dai
timori dei consumatori di rincari dei prezzi negli stabilimenti
attorno al 6%. Il clima è rovente e la misura è una delle più
criticate dai partiti di opposizione, tanto che in difesa della
scelta del governo scendono in campo tre ministri, allo
Sviluppo, Paolo Romani, all’Ambiente Stefania Prestigiacomo e al
Turismo, Michela Brambilla.
Ma la norma ha sorpreso Bruxelles. "Non abbiamo ricevuto
nessuna notifica da parte delle autorità italiane, ma se i
rapporti letti sulla stampa sono corretti e confermati, saremmo
molto sorpresi perché non sarebbe ciò che ci aspettavamo", ha
detto Chantal Hughes, portavoce del commissario francese al
mercato interno Michel Barnier.
"Ci aspettiamo chiarimenti da parte delle autorità
italiane, la nostra richiesta sarà inviata il più presto
possibile", ha precisato. "La reazione ufficiale e formale
della Commissione al decreto – ha detto ancora – arriverà
solamente quando avremo visto e analizzato in dettaglio il
provedimento".
Il contenzioso riguarda in particolare la Direttiva servizi
del 2006 che regola il settore del turismo. All’articolo 12
viene sancito che per le attività per le quali le risorse sono
limitate (come nel caso dei litorali), le autorità pubbliche
sono tenute ad applicare "una procedura di selezione
trasparente ed imparziale, che permetta a tutti gli operatori
interessati di candidarsi".
La portavoce ha parlato di tempi "appropriati e limitati"
per garantire agli operatori di pianificare i propri
investimenti per un periodo certo, lasciando contemporaneamente
a tutti quelli che lo desiderano la possibilità di stabilire
un’impresa.
Per avere infranto queste regole, Bruxelles ha aperto una
procedura contro l’Italia (le due lettere di messa in mora sono
state il 29 gennaio del 2009 e il 5 maggio del 2010), che se non
risolta potrebbe portare le autorità italiane davanti alla
Corte di giustizia Ue.
"La questione è ancora aperta, anche se in questi mesi
abbiamo lavorato molto con l’Italia per trovare regole
compatibili con il mercato unico europeo", ha riferito la
portavoce. "Ciò che ci inquieta è che alla fine dei primi sei
anni di concessione, ci sia il rinnovo automatico di questo
diritto: ciò è in contrasto con le regole della concorrenza
leale e del mercato unico", ha ribadito la Hughes.
Bruxelles ha concesso agli operatori balneari un periodo
transitorio fino al 2015, per evitare cambiamenti troppo
traumatici, ma su questo termine non intende transigere. Tra
quattro anni, al termine della concessione di sei anni, le
concessioni dovranno essere assegnate attraverso aste aperte a
tutti e trasparenti.
Dal governo italiano, le prime reazioni sui dubbi espressi
oggi dalla Commissione europea, sono da levata di scudi. Il
ministro per lo Sviluppo economico Paolo Romani chiede alla Ue
di tenere conto della diversità italiana: "in Italia – ha
dichiarato Romani – ci sono 25mila aziende balneari capaci di
garantire posti di lavoro e di offrire ai turisti la qualità
che questo tipo di aziende assicura".
Nel respingere le critiche degli ambientalisti, che accusano
il governo di svendere le spiagge ai privati, il ministro
dell’ambiente Stefania Prestigiacomo ha spiegato: "Abbiamo
fatto una norma di tutela del nostro territorio per evitare che
vengano a occupare le nostre spiagge imprese straniere laddove
abbiamo una tradizione e una presenza storica di operatori
italiani". Mentre per il ministro del turismo Michela Brambilla
le polemiche nascono solo da malintesi: "la nostra
preoccupazione è quella di tutelare le nostre coste, i
malintesi saranno chiariti", ha dichiarato.
A difesa del provvedimento, sono scesi in campo gli operatori
balneari della Confcommercio e della Confesercenti, uniti nel
ritenere sbagliate le critiche della Ue. Le organizzazioni dei
consumatori hanno invece espresso preoccupazioni: secondo il
Codacons con il nuovo sistema novantennale, i costi dei servizi
di spiaggia potrebbero aumentare del 10% perché i concessionari
scaricherebbero i costi della concessione sui consumatori.
(ANSA).
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