10 Gennaio 2011

>>>ANSA/ CRISI:PER CONSUMI SALTO INDIETRO AL ’99,RIPRESA IN 2012

 
CONFCOMMERCIO,GIU’TASSE; CODACONS, PER RECUPERO SERVONO 5 ANNI

 
           
              (ANSA) – ROMA, 10 GEN – E’ un "pauroso salto all’indietro"
quello che i consumi delle famiglie italiane hanno compiuto nel
biennio di piena crisi economica, tra il 2008 e il 2009. Secondo
l’ultimo rapporto di Confcommercio, con una contrazione annua
del 2,1% la spesa degli italiani è tornata ai livelli di dieci
anni prima e i tempi di recuperano si annunciano
"lunghissimi".
   Nonostante la recessione sia superata, il 2010 si chiuderà
infatti, secondo le previsioni del centro studi
dell’organizzazione, con un "modesto" +0,4%, il 2011 sarà
l’anno della "guarigione" con un +0,9%, mentre "la vera
ripresa" arriverà solo nel 2012, anno in cui è previsto un
rimbalzo dell’1,6%.
   A dispetto della riduzione del reddito disponibile, le
famiglie hanno però saputo reagire, muovendosi nella giusta
direzione: hanno ridotto gli sprechi, hanno posto più
attenzione al rapporto qualità-prezzo e ricorso anche ai
risparmi, adottando comportamenti di spesa adatti a contenere al
massimo la perdita di benessere patita negli anni più
difficili. I consumatori non hanno cioé subito passivamente la
crisi, ma hanno colto le opportunità offerte dal mercato per
ridurne al minimo gli effetti. Tra le voci di consumo, nel
biennio in esame, è risultata quindi inevitabilmente in calo
innanzitutto la spesa per le vacanze (-3,2%). Ma è diminuita
anche quella per i pasti in casa e fuori casa (-3,2%), la
mobilità e le comunicazioni (-3,1%) e l’abbigliamento (-3,1%).
Al contrario hanno tenuto le spese per la salute (+2,5%), per
elettrodomestici e IT domestico (+2,4%) e quelle per beni e
servizi per la telefonia (+0,4%).
   Ma, secondo il Codacons, I dati della Confcommercio "sono
eccessivamente ottimistici e speranzosi, oltre che superati"
afferma l’associazione dei consumatori secondo cui invece
"occorreranno infatti, minimo 5 anni prima di poter recuperare
il gap". La Coldiretti segnala però il boom della vendita
diretta: "in controtendenza rispetto all’andamento generale
aumenta del 41% nel 2010 la spesa nei mercati degli agricoltori
che insieme alle vendite dirette aziendali" con un fatturato
che ha abbondantemente  superato i 3 miliardi di euro" afferma
la confederazione agricola prevedendo "ottime prospettive di
crescita anche nel 2011".
   Oltre che per le famiglie, la situazione resta peraltro
critica anche per le imprese, specialmente per quelle al
dettaglio. Il 2010 si è infatti chiuso, rileva ancora
Confcommercio, con circa 25.000 esercizi al dettaglio in meno e,
secondo il presidente dell’associazione Carlo Sangalli, "si
rischia che il 2011 sia ancora un anno di convalescenza". "Per
questo, – prosegue – occorre accelerare ed intensificare tutte
le azioni, le politiche, le riforme utili al rafforzamento della
crescita, della produttività, della competitività ed al
riassorbimento della disoccupazione. In questo contesto, resta
aperta la questione di una progressiva e compatibile riduzione
della pressione fiscale complessiva. E’ questa la via maestra
per ridare fiato ai consumi delle famiglie ed agli investimenti
delle imprese". 
  Nemmeno Federconsumatori e Adusbef condividono "il cauto
ottimismo di Confcommercio": in assenza di interventi mirati la
situazione non potrà che aggravarsi. Per questo, "é ora di
intervenire per invertire tale tendenza – sostengono –
attraverso una detassazione per le famiglie e avviando un serio
piano di investimenti per lo sviluppo e la ricerca". (ANSA).
 

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