Gli italiani pazzi per i telefonini
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fonte:
- il Tirreno
Calano dell’uno per cento i consumi delle famiglie nel 2008, ma il peggio deve arrivare: la previsione di Confcommercio nella sua istantanea sui consumi calcola un crollo dell’1,9 per cento nel 2009, con il Pil in discesa libera (-4,8%). Uno scenario disastroso ma che non sorprende: le famiglie sono in sofferenza e tagliano dove possono, anche se non rinunciano a cellulari e hi-tech (rispettivamente più 189% e 50% nel periodo 2002-2008), tra le poche voci che non fanno marcare il segno meno. L’analisi della Confcommercio relativa al 2008 analizza anche gli anni passati (dal 2002) e cosa succederà nei prossimi due anni. Le previsioni sono più ottimistiche: nel 2010 secondo l’associazione di categoria consumi e prodotto interno lordo segneranno una lieve ripresa con un più 0,6%, dato che dovrebbe consolidarsi nel 2011, quando la spesa degli italiani crescerà dello 0,8% e il pil dello 0,6. Prospettive sulla carta che ovviamente non tengono conto di eventuali altri black-out dell’economia, come quello pesantissimo degli ultimi due anni che ha piegato le ginocchia alle famiglie e alle imprese italiane. Dunque nel paniere dell’italiano medio il telefonino è irrinunciabile, e nel 2008 l’acquisto di cellulari è cresciuto del 15,4%. Dato contestato dall’Adoc, associazione dei consumatori, che parla di una riduzione non solo degli acquisti ma anche dei punti vendita specializzati. In compenso si mangia sempre peggio e quindi si tagliano di netto le spese per il pesce (-5,4%), e per pane, frutta, latte e uova (-3%) che nel 2008 hanno registrato un’impennata dei prezzi causa l’aumento delle materie prime. Tagli netti anche per auto e moto (-15,1%), servizi di trasporto (-7,4%), elettrodomestici (-7,1%). In compenso la crisi del 2008-2009 sta stuzzicando la fantasia degli italiani che di necessità fanno virtù, ed è per questo che aumentano le spese da "bricoleur", ovvero il fai-da-te: le attrezzature per la casa e il giardino sono a più 14,4%. Tornando al cibo, nel periodo 2002-2009 il pesce, formaggio, oli e grassi hanno subìto un colpo durissimo (-19%) a favore di carne, pane e cereali. Però, in compenso, si beve più acqua e meno alcolici. Dato anomalo: si mangia di più al ristorante (più 5%). Le reazioni non si sono fatte attendere. Adoc, Adiconsum e Codacons attaccano le inesistenti politiche del governo di sostegno alle famiglie, e invitando Confcommercio a far abbassare i prezzi ai propri affiliati. In un secondo report sui consumi, limitato a quelli alimentari, la Coldiretti va controcorrente ma con dati relativi al primo semestre 2009. I consumi a tavola sarebbero in ripresa dell’1,5% e il cibo assorbe il 19,1% della spesa complessiva delle famiglie italiane (475 euro in media al mese). Nei 2009 sono mutate ulteriormente le abitudini alimentari: in calo la domanda di derivati dei cereali, ma non della pasta che resta insostituibile. Invariati gli acquisti di carne suina, salumi e ortaggi, mentre crescono i derivati del latte (formaggi e yogurt), la frutta e il pesce. Secondo Coldiretti a frenare la ripresa dei consumi è la moltiplicazione dei prezzi nei vari passaggi della filiera: dal campo alla tavola infatti gli alimenti arrivano a costare cinque volte di più.
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