22 Luglio 2014

Giochi, meteo e oroscopi: così scatta la tariffa

Giochi, meteo e oroscopi: così scatta la tariffa

MILANO – «L’ attivazione non richiesta di servizi a sovraprezzo costituisce una delle fattispecie maggiormente segnalate dagli utenti con riferimento ai servizi di comunicazione mobile». Comincia così un report dell’ Agcom sui servizi “premium”: giochi, loghi, suonerie, oroscopi, pronostici di gioco che sempre più spesso gli utenti si trovano addebitati sul conto telefonico senza capire come e perchè. Una «pratica commerciale scorretta» che con l’ avvento degli smartphone ha trovato terreno fertile. Basta una connessione Internet, una piccola disattenzione e il gioco è fatto (con una spesa che può arrivare anche a 20 euro mensili). Perché la modalità “wap” (il sistema di connessione a Internet via cellulare, ndr), come spiega bene il report inedito dell’ Agcom, consente l’ attivazione del servizio attraverso la connessione dati del cellulare senza che serva una conferma «attraverso digitazioni sulla tastiera terminale». Non è un caso che le segnalazioni all’ Authority da parte dei consumatori sui “servizi premium” si siano moltiplicate fino ad arrivare, se si considera il periodo che va dal 2011 al 2013, a un incremento del 149%. Oltre 2.700 segnalazioni e 592 denunce vere e proprie. Con sanzioni per le principali compagnie telefoniche da oltre un milione e 700 mila euro negli ultimi quattro anni. È per questo che l’ indagine avviata (e annunciata ieri) dall’ Antitrust contro Telecom, Wind, Vodafone e H3g, non è un fulmine a ciel sereno. Dopo che la direttiva “consumer right” seguita da un decreto legislativo, ha conferito la competenza esclusiva della materia all’ Antitrust, l’ authority presieduta da Giovanni Pitruzzella ha aperto quattro istruttorie a seguito di esposti presentati dal Codacons. Quattro avvisi di avvio di procedimento con accuse precise da parte dei consumatori: le compagnie «avrebbero fornito agli utenti di telefonia mobile servizi a pagamento non richiesti e/o richiesti inconsapevolmente addebitando i relativi importi sul credito telefonico». «Nello specifico – spiega il documento Antitrust – sarebbero state attuate le seguenti condotte: omissione di informazioni rilevanti, diffusione di informazioni non rispondenti al vero sull’ oggetto del contratto di telefonia mobile e, in particolare, abilitazione dell’ utente alla ricezione di servizi a pagamento durante la navigazione in mobilità». Per di più l’ autorità rileva «l’ implementazione da parte dell’ operatore di telefonia mobile di un sistema automatico di trasferimento del numero di telefono dell’ utente dal gestore ai Content Service Provider (CSP) che editano i contenuti digitali a pagamento e il successivo automatico addebito del servizio sul credito telefonico dell’ utente senza che quest’ ultimo abbia mai inserito il proprio numero telefonico o si sia, in altro modo consapevole». E il problema, spiegano alcune fonti Agcom, molto spesso sono proprio questi provider che «vanno fuori dal controllo delle stesse compagnie telefoniche e nascono e muoiono come funghi». O meglio nascono, abbonano, incassano e poi muoiono. Fermare il sistema però può essere più semplice del previsto: basta infatti bloccare preventivamente tutti i servizi premium contattando il call center del proprio gestore telefonico. E dopo aver digitato 1,2,3,4,7,9 sperare di riuscire a parlare con un operatore. Corinna De Cesare corinnadecesare.

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