18 Agosto 2009

Giù i consumi ma è boom dei telefonini

Confcommercio: quest’anno acquisti -1,9%

I consumi sono andati male nel 2008 (-1%) e andranno ancora peggio quest’anno (-1,9%). Per il Pil il quadro è ancora più fosco: -1% nel 2008 seguito da una raggelata del -4,8% nell’anno in corso. Tuttavia forse il picco negativo è alle spalle se è vero – come prevede Confcommercio nella sua analisi sui consumi degli italiani dal 2002 al 2008 – che nel 2010 ci potrebbe essere una timida rimonta: del Pil in ragione dello 0,6% (che diventa 0,8% nel 2011) e dei consumi con un incremento dello 0,6 in entrambi gli anni. Per intanto – rileva Confcommercio – il languido 2008 se n’è andato confermando, in grandi linee, che la gente spende di più per la casa e i servizi (50,1% della spesa familiare) e molto meno per i beni di consumo (49,9%). Se andiamo a guardare dentro questo fenomeno, scopriamo che a fare la parte del leone nelle spese delle famiglie, è la telefonia: anche nel magrissimo 2008, per telefonini e dintorni la crescita della spesa è stata del 15,4%, che diventa +189,5% nel periodo 2002-2008. Un fenomeno analogo c’è stato per gli elettrodomestici «bruni» (tv, lettori di dvd, impianti stereo e simili): +1,7% nel 2008 ma ben +50,4% nei sette anni esaminati. Che cosa è invece andato male costantemente? Tutto ciò che è legato al trasporto (e quindi al petrolio): le auto hanno avuto un crollo del 7,2% nei sette anni, ma del 5,1% solo lo scorso anno, male ovviamente anche i carburanti (-1,9% e -5,7% rispettivamente nel 2008 e nei sette anni precedenti), le assicurazioni Rc auto (-3,7% e -14,1%) e le spese di manutenzione. La gente, dunque, spende meno per la macchina e più per telefonini ed elettronica varia. Ma in questa stagione opaca, riserva attenzioni anche alla sua sfera privata, quasi come una forma di autoconforto. Quindi più spese per la cura della persona e più spese anche per la casa come spazio riservato: più 40% di spese sanitarie in sette anni, ma anche per i cosmetici e le palestre, molto meno per le calzature e l’abbigliamento che hanno perso in sette anni tra il 5 e l’8 per cento. Quanto alla casa, per dire, a parte l’impennata del costo complessivo dell’abitare (+3,6 nei sette anni) è curioso che sia sia speso un 4,7% in più nel solo 2008 per la biancheria domestica. Sempre come forma di cura di sé, va registrato l’aumento costante delle spese culturali (cinema, spettacoli, musica, musei) con un incremento del 16% nei sette anni. Crollano invece bruscamente libri (-9,4%) e giornali (-11,3%), ma con una interessante inversione di tendenza nel 2008 per i libri: +1,4%. Nella borsa della spesa il pesce, mai andato benissimo, perde ulteriormente terreno nel lungo periodo (-4,8%) mentre aumentano la carne (+7,2), il pane e i cereali (+5,7%). In caduta libero tutti i grassi, e l’acqua ha la meglio su qualunque alcolico. Ciò che gli italiani hanno invece ridotto seriamente, sono le vacanze: nessuno più vi rinuncia, ma tutti ne fanno di meno: il comparto ha perso un 1,4% in sette anni, ma il 2,3% nel solo 2008. Confcommercio ieri non ha annesso alla sua analisi una ricetta politica, ma da anni sollecita una riduzione sensibile della fiscalità per dare fiato al mercato.  Anche Adiconsum tra le associazioni dei consumatori, chiede al governo interventi di sostegno ai redditi fissi e delle famiglie, mentre Adusbef-Federconsumatori e Codacons, oltre alla detassazione dei redditi fissi, si rivolgono direttamente ai commercianti e chiedono un taglio dei prezzi del 20 per cento. Per Paolo Landi, segretario di Adiconsum, se si vuole evitare una caduta dei consumi, «il governo deve porsi come scelta prioritaria quella del sostegno ai redditi delle famiglie con i vari ammortizzatori sociali» contemporaneamente a un «severo controllo delle tariffe» e prezzi di carburanti, acqua e trasporti. Adusbef-Federconsumatori, con Rosario Trefiletti ed Elio Lannutti, propone «un processo di detassazione del reddito fisso almeno per 1.200 euro annui, a partire dalla restituzione del fiscal drag, oltre al sostegno del reddito per precari e disoccupati».

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