13 Agosto 2009

Frena l’inflazione, ma la spesa costa di più

Prezzi in calo dello 0,6%, i consumatori: mancano voci importanti Bortolussi: crisi per poca fiducia

Le spese per la casa scendono del 4 per cento, quella dei trasporti di quasi il sei, scende anche il costo dei servizi sanitari e della camera d’albergo, ma fare la spesa costa più di un anno fa, almeno il due per cento secondo l’ufficio statistica del Comune di Venezia. Le associazioni dei consumatori ne sono convinte: non è vero che l’inflazione è negativa, nonostante l’Istat ieri abbia comunicato che rispetto al 2008 i prezzi sono scesi anziché salire a Venezia (-0,6%), così come in altre dodici città italiane. «Nel paniere Istat, mancano voci importanti come i 500 euro che servono a molte famiglie per regolarizzare la posizione delle badanti», dicono. Ma è sufficiente scorrere la lista del paniere per notare le contraddizioni del risultato finale. Perché se da una parte calano ad esempio i prezzi dei pomodori (-26,5%), del pane fresco (-5,9), dei telefoni cellulari (-2,8), della macchina fotografica digitale (-5,3) e della camera d’albergo (-5,2%), dall’altra è anche vero che sono cresciuti gli affitti (3,4%), i viaggi aerei, i servizi postali, lo stabilimento balneare, i pacchetti vacanza, gli agriturismo. Alla fine la variazione rispetto a giugno è negativa dello 0,1 per cento, mentre se confrontata allo stesso mese dello scorso anno scende addirittura allo 0,6. «La deflazione non è mai un segnale positivo spiega l’assessore al Commercio Giuseppe Bortolussi. E’ un po’ come l’anoressia: non va bene essere sovrappeso ma neppure astenersi dal cibo. Senz’altro sono i beni semplici quelli all’orgine del segno negativo per l’inflazione anche se ormai c’è chi sta attento anche a quando spende per gli alimentari. La nostra è una crisi dei consumi legata al malessere e alla mancanza di fiducia nel futuro». Venezia per abbassamento dei prezzi rispetto al 2008 è seconda solo a Milano e Trento, e prosegue nella direzione intrapresa già nel mese scorso quando era stato registrato il raffreddamento dei prezzi (-0,1 per cento totale) specie di alcuni capitoli di spesa: benzina, trasporti, bollette, alberghi, abbigliamento. A luglio non vale lo stesso discorso per la benzina il cui prezzo è schizzato alle stelle, ma il risultato finale non cambia.  «Si potrebbe dire che si tratta di una buona notizia per i consumatori dice Franco Conte del Codacons ma in realtà, è una pessima notizia per l’economia. E la spiegazione, su Venezia, è presto trovata: probabilmente una pressione turistica minore ha causato una stabilizzazione, e in qualche caso un lieve ritocco all’ingiù dei prezzi». Meno turisti, meno affari e quindi una contrazione dei prezzi soprattutto sui beni di consumo, dai pomodori pelati al caffè passando per l’olio extravergine di oliva e i cavolfiori. «Noi però su questi dati siamo scettici, si crea come sempre una sfasatura fra dato statistico, percezione dei costi e la realtà aggiunge Conte . Per non parlare delle voci che mancano all’appello del paniere Istat e che, invece, sparigliano le carte». Secondo i consumatori, infatti, voci come i 500 euro che servono per mettere in regola le badanti che aiutano in casa, ad esempio, sono fondamentali per parlare della vera spesa mensile di una famiglia e dei costi necessari per pagare l’asilo nido.
 

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