22 Febbraio 2002

Effetto tariffe, l?inflazione risale al 2,5%

In febbraio nelle città campione torna a crescere il costo della vita. Pesano medicinali e carburanti


Effetto tariffe, l?inflazione risale al 2,5%


I consumatori: è anche colpa dell?euro. Industria, ordinativi in calo per la prima volta dal ?96

ROMA – L?inflazione a sorpresa torna a correre e a febbraio registra un rialzo al 2,5% rispetto al 2,4 di gennaio. Colpa dei ritocchi delle tariffe, dei medicinali, dei carburanti e dell?inevitabile effetto da change-over. La consueta anticipazione fatta su dati delle Camere di commercio di dieci città campione, e che dovrà essere confermata dall?Istat il 15 di marzo, rivela dunque un risveglio dei prezzi. Secondo gli esperti, tuttavia, la fiammata inflazionistica sarebbe destinata a rientrare nei prossimi mesi. Non così per le associazioni dei consumatori che tornano a lanciare l?allarme sull?effetto euro e a denunciare manovre ingiustificate di arrotondamento dei prezzi da parte dei commercianti. Carlo Rienzi, presidente del Codacons, ipotizza un peso a famiglia di 774 euro all?anno e arriva a chiedere al governo «la restituzione di un bonus fiscale per i cittadini».

Brutte notizie anche sul fronte del fatturato dell?industria italiana che a dicembre è sceso del 6,9% rispetto allo stesso mese dell?anno precedente, con un calo ancora maggiore per quanto riguarda gli ordini «crollati» dell?8,6%. Lo ha comunicato ieri l?Istat: mediamente il fatturato l?anno scorso è tuttavia cresciuto dell?1,2% mentre gli ordinativi sono rimasti negativi del 3,5%. È la prima volta che accade negli ultimi cinque anni.



PREZZI IN SALITA – Il dato ha stupito gli osservatori. Come è accaduto in gennaio le attese erano per una stasi dei prezzi. Così non è stato e dalle città campione è arrivata una lievitazione dello 0,5% che, per il gioco delle percentuali, potrebbe portare il tasso di inflazione tendenziale al 2,6%. Le città più care sono state Ancona e Trieste con il 3,1%, seguite da Genova (2,9%), Bari e Bologna (2,6%). La più «fredda», per il secondo mese consecutivo, è stata Milano con un più 1,8%. A spingere il carovita sono stati gli aumenti della benzina e dei medicinali non compresi nel prontuario del servizio sanitario nazionale, oltre alle assicurazioni e ad alcuni servizi. La Confcommercio ha preso le distanze da ogni responsabilità, mentre la rivista «Altroconsumo» ha diffuso i risultati di un sondaggio secondo il quale quasi metà (47%) dei punti vendita ha alzato i prezzi e solo il 13% li ha diminuiti. E lancia il timore che lo «scalino» da euro continuerà anche nei prossimi mesi. Per l?Isae a essere più colpiti dagli effetti del changeover sarebbero stati i cittadini meno abbienti e quelli residenti al Sud.



INDUSTRIA – Se il mese di dicembre ha registrato una certa vivacità rispetto a novembre sia per quanto riguarda il fatturato industriale che gli ordinativi – dimostrando accenni di ripresa – i dati Istat confermano che il 2001 è stata un?annata da dimenticare. Il calo del fatturato industriale registrato a dicembre (sullo stesso mese dell?anno scorso) è da attribuire per il 6,7% da quello nazionale e per il 7,5% dal fatturato estero.

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