26 Marzo 2010

Crollo di acquisti alimentari: calo del 3,3% in un anno

ROMA Crollano gli acquisti di alimentari, farmaci, pc e telefonini. Ma resta stabile la fiducia delle imprese. Lo rivelano le analisi incrociate dell’ Istat sul commercio e dell’ Isae sull’ andamento dell’ industria che misurano le attese del dopo-crisi. Partiamo dalle vendite al dettaglio. Nel carrello degli italiani manca soprattutto il pesce ma si mangiano anche meno pane, pasta, frutta, uova, latte e formaggi. Tutti questi alimenti segnano a gennaio, secondo l’ Istat, consumi in calo dell’ 1% rispetto a dicembre e del 3,3% rispetto ad un anno fa piombando ai minimi da aprile 2007. RISPARMI SU FARMACI. Ma si risparmia anche su farmaci, dotazioni per informatica (software, stampanti e pc), abbigliamento e scarpe. In questo caso il bilancio è pari a -0,5% su base mensile e -2,6% rispetto a gennaio 2009, il dato peggiore da dicembre 2008. Tengono invece gli acquisti di foto-ottica, giocattoli, sport e campeggio. L’ Istituto di statistica fotografa sia i volumi di merce sia l’ andamento del prezzo e rivela che il crollo è più accentuato nella grande distribuzione (super e ipermercati) rispetto ai negozi di quartiere. Confcommercio addebita il crollo dei consumi alla bassa crescita mentre le associazioni dei consumatori chiedono al governo di detassare i redditi fissi e bocciano gli incentivi «che produrranno poco o nulla sul versante della domanda interna». Al contrario il presidente di Confcommercio, Carlo Sangalli, giudica positivamente «tutto ciò che stimola i consumi anche se occorrerebbero più risorse». La caduta della spesa alimentare si presta ad una lettura di segno opposto. Per il Codacons «gli italiani non hanno più soldi neanche per mangiare». ORDINI IN RECUPERO. L’ Isae fa sapere che resta stabile l’ indice di fiducia del manifatturiero (da 83,8 a 84,1 punti). A marzo ordini e scorte delle imprese recuperano qualcosina mentre le attese di produzione schizzano ai massimi dal maggio 2008. «La caduta dell’ economia si è probabilmente fermata e in Italia c’ è qualche piccolo segnale di miglioramento», avverte il presidente di Confindustria, Emma Marcegaglia, secondo cui è necessario concentrarsi sulle riforme strutturali a partire dalla riduzione dell’ Irap e dalla semplificazione burocratica. «Senza questi cambiamenti la crescita sarà molto bassa e senza capacità di creare nuova occupazione». CROLLO DELLO CHAMPAGNE. La crisi sta colpendo con durezza il settore del vino, con i grandi gruppi italiani che accusano il primo calo di fatturato dopo molti anni, mentre le vendite di Champagne crollano. Ma c’ è un mercato nuovo: quello cinese. Nel 2009 il fatturato dei 99 principali gruppi italiani del vino segna un calo del 3,2% rispetto al 2008, quando si era registrata una crescita del 2%, che seguiva a quella del 7,1% e del 4,9% dei due anni precedenti. I margini sono in calo e gli utili si sono ridotti mediamente del 50% rispetto al 2004. Ma per far fronte a cantine piene e domanda in contrazione, spesso si punta a un taglio dei prezzi: il made in Italy l’ anno scorso ha abbassato i listini per l’ export mediamente dell’ 11%.

Previous Next
Close
Test Caption
Test Description goes like this