Contro le liberalizzazioni l’ ultima ribellione è al distributore di benzina
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fonte:
- La Stampa
Benzinai che promettono di incrociare le braccia una settimana intera, personale ferroviario in sciopero il 27, tassisti pronti alle barricate. Il premier Monti ribadisce la volontà di presentare in settimana, forse venerdì, il decreto sulle liberalizzazioni («cruciale per riguadagnare la fiducia dei mercati», commenta il presidente del Consiglio europeo in visita, Van Rompuy) e fra le categorie interessate si scatenano preoccupazione e proteste. Hanno già proclamato uno sciopero di sette giorni (ancora da definire) i benzinai aderenti alla Confcommercio: «La posta in gioco è talmente importante da non consentire incertezze di sorta: ne va davvero dell’ esistenza della categoria», scrivono in una nota Figisc e Anisa. Un proposito criticato da Adoc, Codacons (che annuncia denunce alla Procura e alla Commissione di garanzia per l’ attuazione della legge sullo sciopero), ma anche dai colleghi del coordinamento nazionale unitario dei gestori di Faib Confesercenti e Fegica Cisl, che giudicano lo sciopero «precipitoso e intempestivo» e sottolineano che «la stragrande maggioranza dei gestori guarda con interesse e ripone grandi speranze nella liberalizzazione». Chi ha già un incontro fissato con il governo sono i tassisti: oggi alle 18 appuntamento a Palazzo Chigi di alcuni loro rappresentanti. «Vinceremo questa guerra ad ogni costo» promette Ciro Langella dell’ Unione tassisti italiani, all’ assemblea riunita ieri al Circo Massimo a Roma, a cui però non tutte le sigle partecipano e i presenti lo sottolineano polemicamente. L’ unica liberalizzazione di cui si sentono di poter discutere è quella degli orari, non si parli nemmeno di aumentare le licenze. In attesa dell’ esito dell’ incontro, si terrà oggi tra le 16 e le 20 un sit-in nella centrale piazza Ss. Apostoli: a seconda di come andrà l’ incontro, poi, decideranno eventuali forme di protesta. Contro «un attacco al lavoro» l’ Orsa proclama inoltre lo sciopero dei treni dalle nove di sera del 26 alla stessa ora del 27 (e il personale degli uffici e degli impianti fissi per l’ intera giornata del 27): per annunciare la propria protesta contro un decreto che cancella «il diritto dei lavoratori ad avere un contratto nazionale di riferimento». Si dichiarano invece «pronte al confronto» le farmacie, in un comunicato di Federfarma, l’ associazione che ne riunisce circa 17 mila, ma, chiariscono, «non possono subire interventi che avrebbero un impatto destabilizzante sul servizio». Mentre le parafarmacie (secondo cui le farmacie non fanno gli sconti previsti sui medicinali di fascia C) lanciano l’ allarme: «Se il decreto sulle liberalizzazioni dovesse essere questo, per le 3.823 parafarmacie si decreterebbe per legge il fallimento», sostiene il coordinamento nazionale di categoria. Ieri si è svolto inoltre l’ incontro tra il ministro della Giustizia Severino e i rappresentanti di 20 Ordini professionali vigilari dal suo ministero. «Un incontro costruttivo», lo definisce la Guardasigilli: tra le proposte discusse, «la possibilità di svolgere il tirocinio in parte durante i corsi universitari e l’ ampliamento dei posti da notaio». Ancora, si parla di abolizione delle tariffe ma individuando dei «parametri di riferimento» per i contenziosi in tribunale. Anche la politica si esprime sul tema: «Guai a dare la sensazione ad alcune categorie di essere penalizzate», ricorda il presidente del Senato Schifani, mentre il segretario del Pdl Alfano garantisce che «noi siamo a favore» ma «se è uno slogan dietro il quale si nasconde il favore a una categoria piuttosto che a un’ altra scopriremo il trucco». Il 27 I ferrovieri Il personale ferroviario sarà in sciopero il 27 3.823 Parafarmacie Se il decreto resterà questo, «si sancirebbe il fallimento di 3823 parafarmacie» sostiene il loro coordinamento nazionale.
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