Consumi di Natale a rischio gelata. Previsioni per le feste che verranno
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- Help Consumatori
Consumi di Natale a rischio gelata. Da giorni si rincorre il timore di un Natale in bianco. Complici l’inflazione, il rincaro delle bollette e dei carburanti, le prossime feste potrebbero vedere gli italiani più intenti a contenere i consumi e a far quadrare i conti piuttosto che spendere e spandere nelle spese delle feste. Caro panettone compreso.
Oggi a rilanciare il tema interviene la stima dell’Ufficio Studi di Confcommercio, che teme il rischio dell’inflazione sulla ripresa, sui consumi e sui consumi di Natale. Con un aumento dei prezzi, dice Confcommercio, si perderebbero circa 2,7 miliardi di euro di consumi. Che potrebbero arrivare a 5,3 miliardi nell’ipotesi (evidentemente considerata non peregrina) di un’inflazione al 4%. Questo naturalmente avrebbe un impatto anche sui consumi di Natale.
Spettro dell’inflazione sui consumi di Natale
«Lo “spettro” dell’inflazione continua a minacciare la ripresa dei consumi e più in generale la crescita economica del 2022. Ma un’altra conseguenza negativa di un’eventuale impennata dell’indice dei prezzi al consumo sarebbe l’impatto sugli acquisti del Natale che si sta avvicinando».
Così Confcommercio che ha analizzato i possibili effetti di un rialzo dell’inflazione sui consumi delle famiglie nel quarto trimestre 2021.
«Nell’ipotesi di un aumento medio dei prezzi del 3% si perderebbero circa 2,7 miliardi di euro di consumi che potrebbero arrivare fino a 5,3 miliardi nell’ipotesi di un’inflazione al 4%; in entrambi i casi, quasi i tre quarti della perdita deriverebbero da un’immediata riduzione del potere d’acquisto del reddito disponibile, il resto dall’erosione della ricchezza finanziaria detenuta in forma liquida; su questa riduzione dei consumi pesa, peraltro, anche l’aumento delle spese obbligate per il rincaro dei prezzi dell’energia che si è già trasferito sulle bollette di luce e gas».
Con l’aumento dei prezzi dell’energia, che si traduce a sua volta sulle bollette di luce e gas, si può ipotizzare la crescita della quota di spesa che le famiglie dovranno destinare a spese obbligate. E se crescono le spese obbligate, a parità di budget diminuiscono tutte le altre, quelle comprimibili e rimandabili. I consumi di Natale non fanno eccezione, gli italiani probabilmente saranno prudenti e questo preoccupa i negozi. E non solo loro.
Anche le associazioni dei consumatori dicono da giorni che si rischia un Natale in bianco.
«Una riduzione dei consumi per 5,3 miliardi equivarrebbe ad una minore spesa pari a – 204 euro a famiglia solo in occasione del Natale – dice il presidente del Codacons Carlo Rienzi – Sul commercio e sugli acquisti delle famiglie pesa non solo la fiammata dell’inflazione, ma anche i forti rincari delle bollette luce e gas e la crisi delle materie prime che sta determinando incrementi dei listini in tutti i settori. Il rischio concreto è quello di un Natale “in bianco”, con una forte riduzione dei consumi in tutti i settori legati alla festività, dai regali agli addobbi, passando per viaggi e alimentari, ed effetti a cascata per l’economia nazionale in un momento in cui la ripresa dovrebbe essere sostenuta e aiutata».
UNC: allarme fondato sui consumi di Natale
Per l’Unione Nazionale Consumatori l’allarme di Confcommercio sui consumi di Natale è «più che fondato. La nostra stima è che l’inflazione, proseguendo con lo stesso ritmo, a novembre arriverà al 3,2%. Il rischio, quindi, di un Natale in bianco dal lato dei consumi è più che concreto», dice Massimiliano Dona, presidente dell’associazione.
«L’inflazione ha registrato un’impennata preoccupante, più che raddoppiando da giugno a ottobre, passando dal +1,3% al +2,9% (+123%). Per questo il Governo deve urgentemente intervenire, soprattutto sui beni energetici, luce gas e benzina, senza i quali l’inflazione annua di ottobre scenderebbe dal 2,9 all’1,1%. Bisogna eliminare subito le accise e le addizionali regionali del gas, mentre vanno ridotte di almeno 20 cent quelle dei carburanti, pari attualmente a 73 cent (72,84) al litro per la benzina e a 62 cent (61,74) per il gasolio, riportando così i prezzi a livelli ragionevoli, quelli di marzo 2021».
Feste al buio e morosità incolpevole
Si rischia la gelata sui consumi di Natale, rincara Assoutenti, che teme anche feste “al buio” nelle vie dello shopping perché probabilmente il caro bollette porterà a limitare un po’ le spese per le luminarie da parte dei negozi.
«I commercianti condividono i nostri timori sugli effetti del caro-prezzi per i consumi di Natale, che rischiano di essere affossati non solo dall’incremento dei listini al dettaglio, ma anche dai fortissimi rincari delle bollette di luce e gas – dice il presidente Assoutenti Furio Truzzi – Un pericolo enorme per il commercio, considerato che il solo mese di dicembre concentra ben 110 miliardi di euro di consumi sui 900 miliardi totali spesi in un anno dalle famiglie».
Oltre che una minore illuminazione natalizia, però, Assoutenti teme la crescita delle famiglie che proprio non potranno pagare le bollette dell’energia.
«Se i negozi riducono le luminarie, molte famiglie italiane potrebbero rimanere al freddo e al buio per morosità incolpevole, non riuscendo a pagare le bollette schizzate alle stelle – dice Truzzi – Per questo Assoutenti chiede al Governo una moratoria di Natale volta ad assicurare a tutti gli italiani luce, gas e acqua nelle case ed evitare distacchi nelle forniture».
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