13 Marzo 2018

IL COMUNE GONFIA LA TARI? ECCO COME SCOPRIRLO E OTTENERE IL RIMBORSO!

    Negli ultimi cinque anni almeno, diversi Comuni avrebbero sbagliato il calcolo della Tari: un errore nel computo della quota variabile del tributo che ha fatto lievitare a dismisura il prelievo, a spese di migliaia di famiglie. Ecco, in sintesi, in cosa consiste il caso-TARI di questi giorni.

    LA TARI

    La tassa sui rifiuti (TARI) è il tributo destinato a finanziare i costi relativi al servizio di raccolta e smaltimento dei rifiuti ed è dovuta da chiunque possieda o detenga a qualsiasi titolo locali o aree scoperte suscettibili di produrre i rifiuti medesimi.

    La TARI è stata introdotta, a decorrere dal 2014, dalla legge n. 147 del 2013 (legge di stabilità per il 2014), quale tributo facente parte, insieme all’IMU e alla TASI, della IUC. La TARI ha sostituito la TARES, che è stata in vigore per il solo 2013 e che, a sua volta, aveva preso il posto di tutti i precedenti prelievi relativi alla gestione dei rifiuti urbani, sia di natura patrimoniale sia di natura tributaria (TARSU, TIA1, TIA2).

    IL CASO

    Il caso è esploso all’improvviso: negli ultimi cinque anni, sulla base di quanto è emerso, i contribuenti (o una buona parte di questi ultimi) hanno pagato una tassa rifiuti molto più alta del dovuto. La causa? Un “errore di calcolo” della quota variabile del tributo, che ha fatto lievitare a dismisura la cifra totale: questa quota, infatti, andrebbe calcolata una sola volta sull’insieme di casa e pertinenze immobiliari (ovvero posti auto, cantine, soffitte, box), tenuto conto del numero dei familiari. L’esistenza di svariate pertinenze infatti, non accresce la quantità d’immondizia prodotta dal nucleo familiare. I Comuni accusati di averla maggiorata, invece, l’avrebbero applicata tante volte quante sono le pertinenze dell’abitazione: in questo modo il balzello è così stato gonfiato, in alcuni casi fino a raddoppiare.

    L’ESEMPIO

    Riportando l’esempio discusso alla Camera: per un appartamento in cui vive una famiglia di 4 persone, con superficie complessiva di 150 mq., di cui 100 di casa, 30 di garage e 20 di cantina, la parte variabile della tariffa relativa ad autorimessa e cantina (come precisato dal punto 4.2 dell’allegato 1 al DPR n. 158/99) “va computata solo una volta, considerando l’intera superficie dell’utenza composta sia dalla parte abitativa che dalle pertinenze site nello stesso comune”. L’importo da versare si ottiene quindi sommando tutte le quote fisse (rispettivamente di casa, garage e cantina) e aggiungendo una volta, e solo una, l’importo della quota variabile. Risultato: pagamento ridotto a 391 € dai 673 € originariamente conteggiati.

    L’AMMISSIONE

    Il merito di aver fatto emergere il caso è del deputato M5S Giuseppe L’Abbate, o per meglio dire del suo commercialista: è stato lui infatti a segnalare l’anomalia commessa nel suo Comune, Polignano a Mare. Il deputato ha quindi presentato un’interrogazione alla quale ha risposto il ministero dell’Economia: “La parte variabile della tariffa” – ha infatti spiegato il sottosegretario Pier Paolo Baretta – “va computata solo una volta considerando sia la parte abitativa che le pertinenze».

    L’INIZIATIVA CODACONS

    A tutela dei cittadini coinvolti l’Associazione ha scelto di intervenire. Il Codacons ha infatti istituito un forum telefonico per diffondere informazioni e istruzioni agli utenti su come verificare eventuali errori in bolletta e avviare le pratiche per la restituzione. Non solo: l’Associazione ha presentato un esposto alle Procure della Repubblica affinché indaghino per il reato di truffa e appropriazione indebita, chiedendo al tempo stesso il sequestro cautelare delle somme incamerate dai Comuni negli ultimi 5 anni.

    Il Codacons, soprattutto, mette a disposizione degli interessati un’istanza di accesso e diffida. Grazie a questo atto, i cittadini potranno chiedere al proprio Comune – tramite posta raccomandata o PEC – di:

    • conoscere i criteri e le modalità di calcolo della tassa rifiuti applicata dal Comune sul proprio territorio al fine di determinare con esattezza il rispetto della normativa vigente e di quanto disposto dal punto 4.2 Allegato 1 DPR nr. 158/1999, così da scongiurare l’ipotesi di un pagamento del tributo in eccesso rispetto al dovuto;

    • provvedere in autotutela al ricalcolo delle somme che dovessero risultare illegittimamente richieste e riscosse e, conseguentemente disporre la ripetizione entro il termine di legge comprensiva di interessi legali dalla data del pagamento della tassa fino alla avvenuta restituzione.

    PER ADERIRE

    Per aderire a questa iniziativa clicca qui.

    L’iscrizione avviene tramite l’invio di un SMS al numero 4852852 con il testo 203 CODACONS 2018 al costo onnicomprensivo di € 2,03, di cui una parte destinata:

    • alla campagna sociale in favore dell’Associazione Mary Poppins www.assomarypoppins.it che si occupa dei bambini ricoverati nel reparto di oncologia del Policlinico Umberto I di Roma;

    • all’Istituto Internazionale di Scienze Mediche Antropologiche e Sociali I.I.S.M.A.S. www.iismas.it attivo nel campo della ricerca medica a favore delle popolazioni più povere dell’Africa, dell’America Latina e del Sud-Est asiatico.


    È possibile ottenere ulteriori informazioni riguardo l’iniziativa contattando il Numero Unico Codacons 892.007 (qui i costi): gli operatori dell’Associazione forniranno ogni elemento utile per approfondire la vicenda legale e forniranno la loro consulenza ai cittadini interessati.

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