13 Settembre 2006

“Che fine hanno fatto quei 30 mila miliardi di immobili?“

Assieme alle associazioni dei consumatori si scatena anche Beppe Grillo

“Vera delinquenza telefonica“

“Che fine hanno fatto quei 30 mila miliardi di immobili?“ “Prima Gnutti e poi Tronchetti comandano con l`1% delle azioni“




“VERA delinquenza telefonica a norma di legge“ e “vero anticapitalismo“. Così Beppe Grillo bolla, con l`indignazione che da tempo lo contraddistingue, i recenti casi della Tim (separata da Telecom) e della società Autostrade (dove Di Pietro ha bloccato la fusione con gli spagnoli). “Io sono un comico, non un profeta – dice – sono una persona mediamente informata. E sono anni che grido contro la Telecom e contro la Tim, un caso macroscopico di delinquenza telefonica“. Lui che aveva gridato invano contro la Parmalat molti mesi prima del grande crac, negli ultimi mesi si è più volte scagliato contro la Telecom. “Ma ci pensate che dieci anni fa la Telecom aveva 30 mila miliardi di immobili e oggi non ha più nulla, solo debiti con le banche? – aggiunge – E questo dopo che aver tartassato gli utenti in tutti i modi: prima con quei numeri a pagamento, i vari 144, 899 e 892; poi con mille altri trucchi, che so, facendo pagare i costi di spedizione delle bollette e tirando su in questo modo 50 milioni di ricavi all`anno, mentre le telefonate dovrebbero essere gratis, come in tanti paesi del mondo, visto che la rete era stata già costruita da anni, con i soldi dei contribuenti“. Il 9 settembre sul suo blog online aveva definito Marco Tronchetti Provera un “rigattiere“. “Quest`uomo è estenuante – si leggeva – attraverso una serie di scatole cinesi controlla con una percentuale da prefisso telefonico la Telecom. Non ha soldi, ma li vuole“. Grillo su questi temi ha parlato recentemente anche con il presidente del Consiglio, a cui ha persino consegnato un cd con un milione di firme per chiedere, tra le altre cose, l`abolizione dei monopoli di fatto tra cui Telecom Italia. “Sapete che mi ha detto Prodi? – aggiunge – Mi ha detto “sono sconcertato“ e ha sgranato gli occhi. Come dire, è una cosa pazzesca! Ma come è possibile che prima Gnutti poi Tronchetti Provera controllino l`azienda con l`1%, grazie ad un sistema di scatole cinesi, chiedendo soldi alle banche, intercettando mezzo mondo e pagando 400 euro al mese ai ragazzi laureati dei call center?“. E pensare, dice ancora il comico, che i giornali parlano di “riassetto“, di “nuove strategie“, quando i soldi sono spariti in stock options per i dirigenti. Intanto il riassetto di Telecom desta preoccupazione anche tra le associazioni dei consumatori. Il Codacons chiede al governo di “vigilare sulle sorti del servizio telefonico universale in concessione all`azienda, nell`interesse di tutti gli utenti“. Per il presidente dell`Adusbef, Elio Lannutti, si rischia di “peggiorare il servizio offerto, sempre più qualitativamente degradato“ e c`è da rimpiangere i “boiardi di Stato“ che “almeno gestivano le aziende pubbliche offrendo standard migliori degli attuali, a prezzi inferiori“. Per l`Adiconsum poi “lo scorporo di Telecom smentisce le affermazioni della dirigenza di solo un anno e mezzo fa, in occasione della fusione presentata come vantaggiosa per l`utenza“ e chiede che le autorità “verifichino le licenze connesse a Telecom e a Tim per una loro eventuale ricalibratura e per la corretta ripartizione del debito tra le future società“.

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