31 Ottobre 2009

Calano i consumi americani e le Borse battono in ritirata

 L´Europa brucia 90 miliardi. Italia, prezzi in rialzo

 ROMA – Gli americani non spendono e le Borse europee crollano. Oltreoceano, dopo cinque mesi di crescita continua che faceva ben sperare nella ripresa dell´economia, l´indice dei consumi è tornato negativo segnando, a settembre, un meno 0,5 per cento rispetto al mese precedente. Non che gli analisti non se l´aspettassero – vista la fine degli incentivi alla rottamazione auto e l´aumento della disoccupazione – ma il dato, letto assieme a quello sulla fiducia dei consumatori americani (calato di quasi tre punti), allontana gli ottimismi sull´uscita dalla crisi. Tant´è che George Soros, sintetizzando il clima, ha detto che la ripresa «rischia di finire il carburante» e c´è un rischio di ricadute nel 2010 e 2011. Il risultato è che in Europa le Borse, in linea con il pessimismo di Wall Street (meno 2,51 il Dow Jones, meno 2,50 il Nasdaq) , hanno chiuso tutte in netto calo – il peggiore degli ultimi quattro mesi – e Piazza Affari ha fatto peggio delle altre (meno 3,06 per cento l´Ftse All Share contro l´1,8 di Londra, il 2,8 di Parigi , il 2,3 di Madrid e il 3,09 di Francoforte) Anche sul fronte interno i prezzi e i consumi destano preoccupazione per via degli aumenti del costo della vita. L´inflazione italiana, segnala l´Istat, ad ottobre ha segnato un lieve rialzo (più 0,3 per cento rispetto allo stesso mese del 2008, più 0,1 rispetto allo scorso settembre), mentre nello stesso periodo la media dei paesi dell´area euro ha segnato un ulteriore (anche se più contenuto rispetto al passato) calo dei prezzi: la stima è di meno 0,1 per cento. A preoccupare i consumatori è soprattutto l´andamento della spesa alimentare. Se infatti il prezzo della benzina è segnalato in calo (meno 2,7 ad ottobre e meno 9 per cento rispetto ad un anno fa), la spesa alimentare cresce(più 0,7 in un anno), ma aumentano soprattutto abbigliamento e calzature (più 1,4 per cento) e istruzione (sull´anno più 2,4). Fra le associazioni dei consumatori l´Adoc denuncia il rischio di una possibile speculazione che «priverebbe» le famiglie di un risparmio di 180 euro al mese.  Il Codacons stima che solo, per gli alimentari, quest´anno gli italiani spenderanno 330 euro in più. Per Adusbef e Federconsumatori la stretta si tradurrà in crollo dei consumi del 3,5 per cento: «Altro che discutere di una detassazione dell´Irap di 3-4 miliardi – avvertono – tali risorse devono essere destinate esclusivamente a sostegno delle famiglie a reddito fisso, dei precari e dei disoccupati». Allarmi che il Cerm spiega con «la marcata divaricazione fra prezzi all´industria e al consumo», concludendo che «ci vorrebbe più concorrenza». I negozianti gettano invece acqua sul fuoco: «L´allarme è fuori luogo» assicura Confesercenti, «abbiamo evitato il rischio deflazione»; i prezzi «sono sotto controllo con lievi effetti stagionali» precisa Confcommercio.

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