8 Gennaio 2002

Billè si difende: «Non sparate sui commercianti»

I NUMERO UNO DI CONFCOMMERCIO E CONFESERCENTI REPLICANO ALLE ACCUSE

Billè si difende: «Non sparate sui commercianti»

«Sbagliato criminalizzarci per pochi furbi». Venturi: Codacons & Co. euroburattinai

L?euro-pinocchio? Lui, Sergio Billè, presidente della Confcommercio, lo darebbe a Pippo Baudo e agli autori della campagna di informazione sull?euro, che hanno trasmesso ai consumatori l?idea che le lire si potessero cambiare nei negozi e non nelle banche. Ma non risparmierebbe qualche premio speciale anche agli istituti di credito e a Bankitalia, che non sono riusciti a fare fronte all?emergenza euro con la dovuta flessibilità. Ma un fatto è certo: il numero uno dei commercianti rispedisce al mittente, e cioè alle associazioni dei consumatori, le accuse sulle furbizie degli arrotondamenti, che avrebbero fatto lievitare alle stelle i prezzi al consumo. Critiche che Billè non digerisce. E che fanno infuriare anche Marco Venturi, presidente di Confesercenti: «I veri euroburattinai sono le associazioni dei consumatori». Per Billè, l?aumento dell?inflazione, a gennaio, sarà sicuramente superiore alla media, aggirando fra lo 0,4 e lo 0,5%. Ma l?effetto changeover sarà minimo, fra lo 0,1 e lo 0,2%. Anche il ministro dell?Economia, Giulio Tremonti, ritiene che non vi siano problemi d?inflazione.
Sul banco degli imputati ci sono, secondo i commercianti, lotto e tariffe locali: aumenti che si potevano evitare. «Non si può criminalizzare una categoria solo perché esiste un numero molto contenuto di furbi che hanno approfittato del momento per effettuare rincari – scandisce Billè – contro questi fenomeni l?arma migliore è quella che ha in mano il consumatore, che può cambiare negoziante». Senza considerare, poi, che tutti possono fare errori. Anche le associazioni dei consumatori, che hanno arrotondato al rialzo perfino il prezzo della quota associativa. La verità, vista dal numero uno di Confcommercio, è invece un?altra. Il sistema non ha retto alla prova euro. Prima di tutto gli istituti di credito, chiusi per troppi giorni nel momento più delicato del changeover. «Siamo stati trasformati in cambiavalute senza che ci fossero stati dati gli strumenti adeguati», sentenzia Billè. Un esempio per tutti: l?insufficienza delle banconote di piccolo taglio, di 5 e 10 euro. È vero che i commercianti hanno ritirato solo 200 mila kit su uno stock di 1,2 milioni, ma il ritardo è attribuibile alle pesanti sanzioni previste da Bankitalia in caso di smarrimento delle monete, multe che sono state ridimensionate solo il 27 dicembre. Ma, anche se fossero stati ritirati tutti i kit, aggiunge Billè, la situazione non sarebbe cambiata più di tanto, dal momento che gli italiani, nell?ultimo giorno dell?anno, hanno preso d?assalto i bancomat per fare provviste di lire. La causa? Billè non ha dubbi: la chiusura prolungata degli istituti di credito. Ora è necessario correre ai ripari. E oggi, si riunirà il Comitato euro.

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