14 Luglio 2011

Benzina, nuovo record E i gestori scioperano

ROMA Mentre i prezzi della benzina galoppano, con la verde che raggiunge il nuovo record di 1,63 euro al litro e il diesel che supera 1,50 euro, i gestori annunciano la serrata. Minacciato nei giorni scorsi contro le misure inserite nella manovra, lo sciopero, confermato ieri, chiuderà i rubinetti delle pompe con effetto immediato. A inaugurare la stagione delle proteste saranno i titolari dei rifornimenti a marchio Eni/Agip, decisi a «sostenere la battaglia per il rispetto degli accordi sindacali e avere prezzi di carburanti più bassi»: saranno chiusi dalle 13 di oggi alle 7 di domani. A ridosso del grande esodo estivo, invece, impianti a secco il 27 e il 28 luglio per la protesta promossa da Faib Confesercenti e Fegica Cisl, che contestano la riforma della distribuzione dei carburanti e parlano di «inaccettabili convergenze tra il governo e la lobby dei petrolieri» finalizzate «a bloccare l’ iter del progetto di legge "Libera la benzina"» che, secondo i promotori, consentirebbe un ribasso di 6 centesimi al litro, con un risparmio annuo di 415 euro a famiglia. L’ obiettivo è ottenere lo stralcio «di un articolo che nulla ha a che vedere con i conti pubblici o la manovra finanziaria». Allo sciopero, tuttavia, non aderiranno Figisce Anisa Confcommercio: «Il provvedimento – affermano – è coerente con l’ accordo raggiunto il 14 settembre 2010 tra governo e rappresentanti dei gestori». Esprime un giudizio negativo il sottosegretario allo Sviluppo economico Stefano Saglia: «Lo sciopero colpirà i cittadini e non si giustifica visto che il provvedimento è in linea con gli accordi», e boccia la protesta anche Mr Prezzi, Roberto Sambuco, che definisce la riforma del governo «una prima risposta concreta alla ricorsa dei prezzi», sostenendo che, a regime, porterà «risparmi strutturali fino a 10 centesimi». Per il presidente di Assopetroli Franco Ferrari Aggradi, la riforma – che introduce tra l’ altro la liberalizzazione dei contratti ed estende il self-service – «è la migliore possibile». Per il momento, tuttavia, gli italiani incassano solo rincari, con la verde a 1,63 nella media nazionale e picchi di 1,67 al sud, dove il gasolio sfiora quota 1,53. Secondo Federconsumatori e Adusbef, l’ aumento medio prodotto dagli aumenti in vacanza è del 24% per un’ auto di media cilindrata: per un viaggio Milano-Reggio Calabria, bisogna lasciare al distributore 272 euro, 53 euro in più rispetto a due anni fa. Una stangata che, sostiene il Codacons, costerà 500 milioni di euro a chi parte per le vacanze, con il pieno di verde che cresce di 10 euro e quello di gasolio di 12 euro rispetto al 2010. A essere penalizzati, sottolinea la Cgia di Mestre, sono anche gli autotrasportatori: rispetto al 2009, il costo del pieno per un tir oltre le 11 tonnellate è passato da 511 a 724 euro (+213 euro), con un aumento del 41,7%. (m.r.t.) ©RIPRODUZIONE RISERVATA.
 

 

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