«Antonella è morta per asfissia» Ora i tecnici forzano il cellulare
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fonte:
- La Sicilia
PALERMO. morta per asfissia la bambina di 10 anni di Palermo deceduta giovedì all’ospedale dei Bambini dove era arrivata in condizioni gravissime. Lo ha stabilito, confermando le prime ipotesi, l’autopsia disposta dalla Procura che sulla vicenda ha aperto un’inchiesta Il padre l’ha trovata in bagno con la cintura dell’accappatoio stretta al collo e allacciata al termosifone. Per la piccola è stata dichiarata la morte cerebrale: i genitori hanno donato gli organi. La bambina avrebbe partecipato a una assurda sfida su Tit- il social cinese molto amato dai ragazzini. Chi partecipa si stringe intorno alla gola un laccio. Vince chi resiste di più. La bambina aveva diversi profili social (su Fb, YouTube e Tik- e un cellulare su cui avrebbe dovuto postare il video della gara. Gli inquirenti stanno tentando di sbloccare il codice di accesso del telefonino che nessuno dei familiari conosce. Dall’analisi dell’apparecchio si potrebbe capire se qualcuno abbia incitato la bambina a partecipare al gioco e qualora avesse realizzato un video prima di morire si potrebbero ricostruire gli ultimi istanti di vita della piccola. Intanto il Garante della privacy ha bloccato «l’uso dei dati degli utenti per i quali non sia stata accertata con sicurezza l’età anagrafica» sul so- fino al 15 febbraio. Con soddisfazione dell’Aiart associazione spettatori di orientamento cattolico: «Ovviamente – precisa il presidente nazionale Aiart Giovanni Baggio – se questo è un intervento volto ad assicurare immediata protezione ai minori iscritti al social network presenti in Italia; occorrerà anche pensare a forme di tutela più ampie valide per tutti i social. Il drammatico caso della bimba di Palermo e tutti i fatti legati all’uso dei social network destano profondo allarme e richiedono interventi mirati su tutta una serie di violazioni che rispecchiano una scarsa attenzione alla tutela di minori e adolescenti». Di parere opposto il Codacons: «Una misura ipocrita e inutile. provvedimento del Garante non colpisce il cuore del problema, che è quello dei rischi legati ai social network, della violenza che dilaga su tali piattaforme e delle conseguenze che hanno sullo sviluppo mentale dei più giovani». E infine c’è chi propone una legge che domani sarà presentata al govero e al Parlamento: è Consumerismo: «Per iscriversi, chattare e pubblicare contenuti sui social sarà indispensabile ricorrere allo Spid, che fornisce garanzie sulla reale identità degli utenti, minori di 14 anni potranno accedere a tali piattaforme solo se autorizzati dai propri genitori, identificati attraverso l’identità digitale – spiega il presidente Luigi Gabriele – Così facendo di introdurrà un criterio democratico, valevole per tutti i social network e non solo per Tik Tok, in grado di garantire che i minori che interagiscono sui social siano effettivamente autorizzati dai propri genitori, che dovranno vigilare sul corretto uso».
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