25 Giugno 2009

“Amavo mia moglie ora mi ammazzo”

 "Le volevo bene, adesso mi uccido anch’io". Sono queste le parole che Massimo Merafina, l’uomo che martedì aveva massacrato a coltellate la ex moglie Monica Marra davanti a un asilo nido, ha detto ai carabinieri durante l’interrogatorio in caserma subito dopo l’omicidio. Merafina si trova in carcere, sorvegliato 24 ore su 24: l’udienza per la convalida del fermo dovrebbe tenersi oggi. Il bambino di due anni, che al momento dell’aggressione era in braccio alla mamma, nei prossimi gironi sarà affidato alla nonna materna. Adesso è accudito dai servizi sociali, in una comunità protetta. Minacce e botte: accusato di stalking L’uomo non è solo indagato per omicidio premeditato, ma anche per stalking. Infatti, il 18 e il 19 giugno, la donna aveva denunciato il marito alla polizia per lesioni e minacce. Monica Marra, di 33 anni, il 17 giugno aveva chiamato la polizia perché il marito si era presentato per minacciarla davanti all’appartamento, in zona Città Studi, dove la donna viveva col bimbo. Quattro mesi prima aveva lasciato la casa di Quarto Oggiaro, nella quale abitava col marito. Quando gli agenti erano arrivati Merafina era già andato via. La denuncia era stata depositata il giorno successivo. Anche il 19 la vittima aveva sporto denuncia: si era di nuovo presentato a casa, prendendo a calci la porta e staccando il campanello. Nelle denunce la donna aveva anche raccontato di percosse e botte subite.  La denuncia del Codacons Il Codacons, ieri, ha presentare un esposto alla Procura per chiedere di indagare sui presunti ritardi nei soccorsi, dopo la tragedia. L’associazione dei consumatori, infatti, spiega di aver ricevuto la segnalazione da una passante nella zona del delitto. Secondo la testimone, "l’ambulanza è intervenuta dopo circa 20 minuti dalla prima chiamata".

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