Allarme inflazione: più 2,9%.
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fonte:
- La Nazione
Energia e alimentari infiammano il carovita.
NON SI ARRESTA la corsa dei prezzi al consumo. Spinta da energia, alimentari e trasporti, l`inflazione è balzata a gennaio (con un più 0,4% su base mensile) al 2,9%, il livello più alto da luglio 2001. E in alcune città, secondo la stima dell`Istat, è già arrivata alla barriera del 3% come a Roma, Napoli e Torino (3,2%) e Palermo (3,8%). Certo, l`allarme prezzi non è solo italiano (il nostro 2,9% è inferiore alla media Ocse del 3,3% di dicembre e alla stima preliminare del 3,2% di Eurostat) e se fosse confermata la discesa delle quotazioni del petrolio, secondo l`Isae, quello di gennaio potrebbe rappresentare il picco ma resta il problema di un costo della vita sempre più alto che incide, secondo i consumatori, fino a 1.700 euro in più all`anno sui bilanci familiari. Ma vediamo le rilevazioni dell`Istat. INNANZITUTTO l`indice Ipca che tiene conto di saldi e promozioni ha segnato a gennaio un meno 0,8% (ma è al 3,1% annuo) mentre l`inflazione acquisita per il 2008 è già all`1,7%, dato che conferma “pressioni forti e persistenti“. L`aumento più significato di gennaio (mese che ha visto l`ingresso nel paniere del navigatore satellitare e delle insalate confezionate) è stato registrato per abitazione, acqua, elettricità e combustibili (+1,5%) con gli incrementi delle tariffe energetiche (+3,4%) scattati proprio il mese scorso. Crescono anche bevande alcoliche e tabacchi (+1,1%), prodotti alimentari, mobili e articoli per la casa (+0,6%). Variazioni nulle per istruzione, alberghi e ristoranti mentre sono in calo tlc (-0,7%), spettacoli (-0,6%), spese per la salute (-0,1%). Rispetto a gennaio 2007, invece, gli aumenti più consistenti sono stati per i trasporti (+5,4%), alimentari (4,5%), abitazione, acqua, elettricità e combustibili (+4%). In calo le comunicazioni (-8,5%). Quanto alle singole voci, spiccano pane (+12,5%), pasta (10%), latte (8,5%), frutta (5%), benzina (12,5%), gasolio (15,8%), treni (6,9%) e aerei (+8,4%). Nonostante il caro-prezzi fotografato dall`Istat, i consumatori contestano i dati ritenuti inferiori alla realtà e chiedono interventi incisivi da parte di Mister Prezzi e Antitrust. Adusbef e Federconsumatori minacciano addirittura una class action contro l`Istat accusata di aver contribuito con la dinamica dei mancati adeguamenti salariali a portare milioni di famiglie (“rapinate dal 2002 a oggi di 137 miliardi di euro“) alla bancarotta. Nel 2008, secondo le due organizzazioni, i nuovi rincari costeranno a ogni famiglia 1.700 euro (9.335 dal 2002). Per il Codacons la stangata sarà di 1.000 euro e di 850 per Altroconsumo mentre Adiconsum stima aumenti da 700 euro e chiede a Mister Prezzi una verifica sulle compagnie petrolifere visto che gli automobilisti non si sono accorti del minor costo del greggio. A gettare acqua sul fuoco è invece il vice ministro Vincenzo Visco: “Non mi sembra vada tanto male, rispetto al trend europeo non c`è niente di nuovo“. Anche per Confcommercio è inopportuno fare allarmismi e attribuisce i rialzi soprattutto alle spese obbligate e alle tariffe sostenute dai rincari delle materie prime. Aumenti a due cifre che avverte Confesercenti “stanno diventando devastanti“ per i costi che scaricano sui commercianti che non possono essere colpevolizzati per i rincari.
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