8 Ottobre 2012

Windjet, partono le azioni legali

Windjet, partono le azioni legali

La doppia v rovesciata, iniziale della compagnia aerea di proprietà di Antonino Pulvirenti, sta per abbasso Windjet ed è stata scritta sul muro scrostato vicino all’ aeroporto di Catania. È diventato lo slogan della più clamorosa vicenda di risarcimenti per disservizi nel trasporto aereo italiano legati alle cancellazioni-voli di Windjet che hanno colpito complessivamente quasi 300mila passeggeri: ad oggi risulta che almeno 75mila passeggeri-utenti hanno già avviato azioni legali per chiedere conto di un danno causato da un vettore che, in piena stagione estiva, non solo ha annullato dei voli, ma ha restituito gli aeromobili che aveva in leasing, mentre continuavano a maturare prenotazioni ed acquisti, lasciando a terra centinaia di migliaia di passeggeri-vacanzieri. Tenendo conto che il risarcimento medio sfiora i 400 euro a passeggero, l’ importo stimato da restituire agli utenti si aggira sui 22 milioni di euro. Per Roberto Barbieri, Responsabile Turismo del Movimento Consumatori che segue da vicino la vicenda con lo sportello legale di Mc, «la cosa grave è che Windjet ha cancellato i voli dopo avere venduto i biglietti ai passeggeri e nonostante le riprotezioni, di fatto i passeggeri sono stati costretti a pagare due volte per la stessa tratta. La cancellazione del volo comporta, in base al Regolamento Ue 261/2004, il rimborso del prezzo pagato, e inoltre una compensazione pecuniaria variabile dai 250 a 600 euro in base alla lunghezza della tratta. Abbiamo già divulgato una nota ufficiale dove specifichiamo che la richiesta di rimborso e indennizzo deve essere inviata a Windjet. In caso di risposta negativa, o di nessuna risposta, il singolo consumatore può avviare una causa individuale. Questa è la prassi.» E infatti a distanza di poche settimane dalla fine dell’ estate molti studi legali sono già alle prese con l’ affaire Windjet, ed anche i consulenti legali delle associazioni di agenzie di viaggi e tour operator, tirati in ballo da molti clienti-passeggeri sono alle prese con un caso che farà giurisprudenza. La posizione delle imprese di viaggi è chiara, come spiega Federico Lucarelli, legale della Fiavet (Federazione italiana agenzie viaggio): «Sia che l’ agenzia di viaggi avesse venduto un pacchetto, e quindi fosse organizzatore, che nell’ ipotesi che avesse semplicemente agito quale intermediaria per l’ acquisto del volo, il comparto agenziale ha da subito prestato l’ assistenza necessaria. A fronte poi degli accadimenti noti, le agenzie di viaggio che avevano agito come Tour Operator, dovendo rispondere del disservizio prestato dal fornitore nei confronti del consumatore, hanno avanzato in proprio richieste risarcitorie ai sensi dell’ art. 43, II comma del Codice del turismo; mentre per quanto riguarda le agenzie intermediarie, poiché in tal caso l’ Agenzia non risponde degli inadempimenti da contratto intermediato, trattandosi di un singolo servizio, è stata prestata l’ assistenza per effettuare le richieste di rimborso e risarcimento da parte del consumatore direttamente, ai sensi anche del Regolamento Ce 261/04. Ora, certamente nel contenzioso con Windjet», prosegue Lucarelli, «dovrà essere valorizzato l’ elemento per il quale la compagnia, pur tranquillizzando il mercato con la lunga trattativa di acquisizione da parte di Alitalia, ha poi deciso repentinamente di interromperla o comunque di non definirla, proprio nel picco della stagione estiva: ciò comporta un ulteriore elemento che qualifica come grave la negligenza del vettore e che darà diritto alle agenzie di viaggi che, come ho già detto, in qualità di organizzatori hanno dovuto far fronte con la riprotezione ai voli annullati dei loro clienti, di agire giudizialmente. Questi contenziosi non sono eliminati dal «Piano» di riprotezione disposto dall’ Enac, sia in quanto la somma versata a Windjet per voli non operati deve essere recuperata, sia in quanto il costo della riprotezione è stato comunque sostenuto e non sempre ai prezzi «calmierati» indicati nel Piano; a ciò chiaramente si aggiunge il risarcimento dell’ ulteriore danno». Ma anche i legali delle rappresentanze dei consumatori hanno cominciato a diffondere le modalità più consone per ottenere il massimo risarcimento del disagio subìto, come spiega il portavoce Pietro Giordano, segretario nazionale di Adiconsum. «Ovviamente e fortunatamente è un caso anomalo sul quale occorre procedere con avvedutezza: noi abbiamo consigliato ai consumatori di inviare tempestivamente una raccomandata con ricevuta di ritorno presso la sede legale della compagnia richiedendo il rimborso del biglietto, pagato e non utilizzato (art. 8 Reg. 261/2004) nonché la prevista compensazione pecuniaria (art. 5 Reg. 261/2004) e l’ eventuale ulteriore risarcimento dei danni subiti a seguito del disservizio sofferto quali il sovrapprezzo del volo sostitutivo, oltre ancora al rimborso delle spese sostenute (per vitto ed alloggio) qualora la cancellazione non sia stata comunicata tempestivamente, non sia stata fornita l’ assistenza dovuta ed il consumatore sia stato costretto, per esempio, a procrastinare il soggiorno o la permanenza in aeroporto, in attesa del volo di rientro. Ma c’ è anche una casistica più articolata che riguarda i pacchetti turistici legati ai biglietti Windjet per i quali invitiamo i consumatori a rivolgere le legittime richieste, ivi compreso il danno da vacanza rovinata, all’ agenzia viaggi e al tour operatorin quanto direttamente responsabili secondo il Codice del Turismo. Ma che succede in questi casi che, a leggere le cronache estive, sono stati diverse migliaia? Sempre Giordano risponde: «Qualora il volo o il pacchetto sia garantito da una copertura assicurativa consigliamo di costituire contestualmente in mora anche l’ impresa di assicurazione interessata, inviando apposita missiva, richiedendo il risarcimento previsto. In tal senso è necessario verificare eventuali esclusioni della copertura assicurativa previste dalle condizioni contrattuali, le sedi di Adiconsum possono prestare tale assistenza. Questa strada, se attivata con rapidità, può comportare un risarcimento in tempi brevi, evitando attese senza certezza in ordine al recupero delle somme. In caso si dovesse, invece, passare alla fase fallimentare il consumatore dovrebbe attivare la procedura di insinuazione allo stato passivo, con la conseguenza di subire le ben note tempistiche della via giudiziaria». «Nell’ immediatezza dell’ occorso», aggiunge Giordano, «il nostro ufficio legale consiglia anche ai consumatori di attivarsi per una richiesta di chargeback presso il proprio istituto di credito. È importante poi, non inviare gli originali dei biglietti aerei e degli scontrini delle spese sostenute, quali documenti probanti il diritto al risarcimento delle somme richieste, in quanto potrebbero andare smarriti rimanendo così sforniti di adeguate prove da allegare al ricorso, nel caso di necessità di adire la via giudiziaria per tutelare i propri diritti». Di fronte a questo episodio clamoroso che ha coinvolto centinaia di migliaia di passeggeri, sono in molti, tra i legali delle varie parti in causa, ad auspicare una maggiore diffusione dello strumento della conciliazione paritetica per la risoluzione delle controversie in materia di consumo e nei rapporti aziende di servizio/consumatori. Si tratta di promuovere, cioè, quella che rappresenta l’ unica soluzione alternativa al contenzioso giudiziale, con costi e tempi ridotti, in grado di assicurare una risoluzione del contenzioso semplice, rapida, efficace, nonché economica sia per il consumatore, ma anche per le imprese considerato che per costi di giustizia vengono previstie stanziati importi annui non indifferenti. Tale impostazione va anche nella direzione auspicata dalla Commissione europea, che appunto promuove gli Adr, i metodi alternativi di risoluzione delle controversie. Così come ampiamente condivisa è la richiesta di un Fondo di Solidarietà alimentato con una quota minima (50 centesimi) a tratta aerea, comprendendo quelle contenute nei pacchetti turistici e negli acquisti on line di biglietti aerei e pacchetti viaggi/vacanze. Il Fondo potrebbe essere gestito dalla costituenda Autorità dei Trasporti. Si realizzerebbe così un fondo dotato delle necessarie risorse ed in gradodi intervenire a favore dei consumatori, colpiti da vicende come quelle passate (nube vulcanica, fallimenti, sospensione licenza di volo) e presenti, fra cuiquella di Windjet, assicurando in concreto le tutele già normativamente previste. Ed a chi auspicava l’ avvio di una «class action» è giunta puntuale l’ azione collettiva promossa da Codacons, che coinvolge ben 5 mila utenti-passeggeri seguiti dai legali di questa organizzazione per ottimizzare i tempi risarcitori. Anche l’ Ufficio legale del Movimento consumatori, in una nota, puntualizza che «sta studiando la possibilità di un’ azione collettiva per il caso di indisponibilità generalizzata da parte di Windjet ad onorare i propri obblighi verso i passeggeri lasciati a terra. Riteniamo infatti che i presupposti di un’ azione collettiva (class action) sussistano, stante la condotta che ha generato una serie plurima di danni individuali analoghi. Considerato il numero estremamente ridotto di class action sino ad ora esperite, è anche possibile che l’ esito dell’ azione possa costituire un precedente significativo». Una vicenda, questa della Windjet che sta molto a cuore al Codacons visto che proprio nei giorni scorsi il suo presidente, Carlo Rienzi, si è candidato alla guida dell’ Authority trasporti, con una lettera e curriculum inviati al premier Monti, al sottosegretario Catricalà e ai presidenti di Camera e Senato, spiegando nella motivazione che «il settore dei trasporti a ai consumatori, attiene strettamente alla sfera degli utenti e dei consumatori, come dimostrano le numerose battaglie, quasi tutte vinte, portate avanti dal Codacons per garantire servizi e tutele all’ utenza aerea e come si evidenzia nella recente e grave vicenda della Windjet». Ancor più circostanziata, infine, l’ azione promossa da Adico, altra associazione consumatori che attraverso i propri legali ha suggerito ai passeggeri, fin dall’ agosto scorso, di utilizzare lo strumento della «diffida» nei confronti della Windjet, perché, come spiega il suo presidente Carlo Garofolini «la diffida agisce come tutela preventiva, con la quale il consumatore potrà farsi maggior forza nel momento in cui si andrà a battere cassa da Windjet dal momento che, acquistando un titolo di viaggio, si conclude un contratto di trasporto, il vettore deve onorarlo fino in fondo edè questo che chiediamo». © Riproduzione riservata.

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