20 Dicembre 2006

WELBY/CODACONS PROPONE CASO GINO BARBOLINI:NEGATO RESTARE VIVO

Roma, 19 dic. (Apcom) – Il Codacons mette sotto i riflettori pubblici un caso opposto a quello di Piergiorgio Welby: quello di Gino Barbolini, 66enne di Maranello (Modena) affetto da sclerosi laterale amiotrofica (Sla) che vuole prolungare il più possibile la sua vita ma continua ad essergli negato dal Servizio Sanitario Nazionale il rimborso almeno parziale del costo di alcuni farmaci sperimentali che potrebbero permetterlo. “La malattia che ha colpito Barbolini – afferma il Codacons- lo ha ridotto in fin di vita; il malato vede e sente e percepisce tutto attorno a se, ma non può effettuare alcun movimento. La Sla infatti lascia intatte tutte le capacità sensoriali riducendo progressivamente la possibilità di muoversi, fino alla morte. Nonostante la grave malattia Barbolini, pur cosciente di non avere alcuna speranza di guarigione, ha deciso di lottare per vivere anche solo un giorno in più. Non sono bastate nemmeno due sentenze del Tribunale di Modena che hanno rigettato la richiesta del malato e dei suoi familiari di ottenere, a carico del Servizio Sanitario, un farmaco sperimentale che gli consentirebbe di rimanere in vita. Grazie a una colletta avviata dal Codacons Barbolini e i suoi parenti hanno potuto acquistare negli Stati Uniti tre confezioni di IGF1 (questo il nome del medicinale), il cui costo è pari a 12.000 dollari a confezione, più tasse e spese di trasporto (ogni confezione consente al malato un mese di trattamento)“. “E` indispensabile aprire il dibattito anche relativamente a questi casi – afferma il Codacons – casi che sono palesemente opposti a quello di Welby, e dimostrano la voglia di rimanere in vita di malati gravi e in fase terminale, anche loro nell`impossibilità di qualsiasi funzione motoria. In ambedue le situazioni vi sono diritti da affermare – conclude l`associazione – ma vi è una differenza fondamentale: mentre peril primo caso (quello di Welby) non esiste alcuna legislazione in materia, per il secondo caso (Barbolini) esiste e lo Stato deve intervenire per pagare le cure richieste, anche se sperimentali“.

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