Voto nel Lazio, partono i ricorsi Il governo pensa al 10 e 11 marzo
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fonte:
- la Repubblica
Il passaggio è molto stretto, ma non per questo non verrà fatto un tentativo per forzarlo. Chi pensava che con la firma di due giorni fa da parte del prefetto di Roma, Giuseppe Pecoraro, si fosse chiusa definitivamente la guerra sulla data del voto nel Lazio si dovrà ricredere. Che la partita non sia ancora chiusa lo dicono più fonti: dalla Regione Lazio, al Viminale, al Pdl. “Nulla è escluso”, è la frase di rito che però, detta appunto all’ indomani del decreto che fissa le elezioni il 3 e 4 febbraio , apre scenari e ipotesi che verranno valutate nelle prossime ore anche alla luce della annunciate dimissioni di Monti. Perché, gli incastri necessari affinché si arrivi a uno slittamento in avanti del voto in regione sono numerosi, complicati e dipendono tutti da come si evolverà il quadro nazionale. Se la decisione del voto per le politiche il 10 e 11 marzo fosse blindata da un accordo tra governo e partiti, con l’ avallo del Quirinale, nelle prossime ore ci potrebbe essere l’ ultimo tentativo per rinviare la data del voto nel Lazio e accorparla con le altre elezioni. C’ è una ragione di costi nei confronti della quale il ministro dell’ Interno Anna Maria Cancellieri (ma anche il premier) è molto sensibile. E c’ è una ragione legata alle probabili difficoltà tecniche che i partiti potrebbero incontrare nella raccolta delle firme. L’ hanno segnalata anche i Verdi, due giorni fa, secondo i quali “si potrebbe riproporre un caso simile a quello della Lombardia per quanto riguarda le irregolarità delle firme”. Un problema sottolineato anche da Renata Polverini: “Votando il 3 febbraio le liste andranno presentate il 2 gennaio. Questo vuol dire che durante le vacanze di Natale, invece di farci gli auguri staremo ai banchetti a raccogliere le firme”. La governatrice (sconfitta tre volte nell’ ultimo mese dalla giustizia amministrativa) considera “un’ anomalia”, andare al voto su una data decisa dal Tar: “Non sono stata commissariata io ma il ministro Cancellieri”. E, a proposito di ricorsi e appelli ai tribunali, è di ieri l’ annuncio da parte del Codacons che domani presenterà una nuova istanza al Tar del Lazio chiedendo di revocare il provvedimento che ha fissato le elezioni il 3 e 4 febbraio e, contestualmente, di unificare le Regionali del Lazio alle politiche “che con ogni probabilità si terranno a marzo 2013”. Per Carlo Rienzi, presidente dell’ associazione, “indicare due date diverse e ravvicinate configura un immenso spreco di soldi pubblici. È indispensabile ricorrere allo strumento dell’ election day”. Su quest’ ultimo ricorso “non vedo grandi chance di successo”, afferma Gianluigi Pellegrino, avvocato del Movimento di difesa del cittadino, che ha presentato e vinto i precedenti ricorsi: “L’ ipotesi di slittamento per motivi “politici”, invece, la ritengo un vero e proprio ricatto da parte del Pdl per un mero tornaconto elettorale: vogliono evitare un “effetto trascinamento” alle politiche dopo la probabile sconfitta nel Lazio. Infine, un decreto per spostare le elezioni regionali a marzo sarebbe del tutto incostituzionale”. Un altro ricorso, però, verrà con tutta probabilità presentato la prossima settimana: lo depositeranno i Radicali che puntano a modificare il decreto della Polverini che fissa il voto per 50 consiglieri e riportarlo, come recita lo Statuto regionale, a 70.
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