15 Aprile 2005

Virus dell?Asiatica in fumo a Vicenza

Virus dell?Asiatica in fumo a Vicenza
Ieri pomeriggio nella caserma Ederle i ceppi dell?influenza sono stati sterilizzati

Cessa l?allarme a Vicenza per la presenza del virus killer dell?influenza, scatenato dall?arrivo nella caserma Ederle di un kit con una fiala contenente un campione di 2 ml dell?agente patogeno. Il campione era arrivato a Vicenza come nel resto del mondo, precisamente a circa 3.700 laboratori nei cinque continenti, inviato da una società americana e destinato a testare la capacità dei centri di analisi nell?individuazione del virus. L?allarme era scattato l?altro ieri dopo l?appello della Oms, organizzazione mondiale di sanità, per localizzare e distruggere immediatamente i campioni che avrebbero potuto causare un?epidemia mondiale d?influenza contro la quale non esiste vaccino né anticorpi nella popolazione nata dopo il 1958.
La distruzione attraverso la sterilizzazione in autoclave ad alta temperatura del campione del virus influenzale H2n2 (Asiatica), che tra il 1957 e il 1958 provocò la morte di quattro milioni di persone, ha messo fine alle paure legate alla possibile diffusione dell?epidemia, ma lascia in piedi gli interrogativi sul perchè una delle fiale inviate per errore in 18 Paesi del mondo sia potuta giungere proprio al laboratorio di analisi della clinica all?interno della base americana. A indicare una possibile spiegazione è il direttore sanitario dell?Ulss 6 di Vicenza, Eugenio Fantuz, che ha seguito la vicenda. «Questi virus sono molto utili perchè possono essere confrontati con quelli che si presentano ogni anno – sottolinea Fantuz – e utilizzati per l?eventuale produzione di vaccini».
L?unica certezza, al momento, è che la provetta incriminata è stata inviata alla Ederle dal College of American Pathologists di Cincinnati, Ohio, attraverso l?azienda specializzata Meridian Bioscience. Resta da capire come mai un virus così pericoloso sia potuto uscire dai laboratori statunitensi e finire nella provetta, protetta all?interno di un contenitore in metallo con chiusura in acciaio. L?eliminazione del virus era stata disposta ieri dal Centro statunitense per il controllo delle malattie (Center for disease control) e comunicata al comando della Ederle.
Ma l?allarme epidemia potrebbe non essere finito. Non si sa infatti se ci siano o meno altri laboratori italiani in possesso de campioni. Il Codacons ha chiesto al Procuratore aggiunto della Repubblica di Torino, Raffaele Guariniello, l?apertura di indagini sul caso. L?associazione, è precisato in una nota, chiede nello specifico di tutelare la salute dei cittadini individuando in tempi stretti se altri laboratori o strutture nel nostro Paese abbiano ricevuto tali campioni, e in tal caso provvedere alla loro distruzione immediata. «È importante adesso capire – afferma il Presidente Codacons Carlo Rienzi – come mai questo virus sia arrivato in Italia e quali e quanti controlli siano stati fatti dalle autorità sanitarie».

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