Vipiteno, crolla il palazzetto «Nessun ferito, un miracolo» Macerie sotto sequestro
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fonte:
- Corriere Alto Adige
BOLZANO Sono le 7 del mattino, fuori nevica. In piazza Karl Riedmann, Vipiteno, proprietari del negozio «Die Haarwerkstatt», che abitano al piano superiore dell’edificio stanno facendo colazione. Da fuori arrivano dei rumori «strani», come uno scricchiolio. Poi, quello che mai si sarebbero aspettati: un rumore fortissimo, avvertito anche dalle case circostanti. Un attimo, e il tetto dell’arena Weihenstephan crolla. Restano in piedi solo le pareti in cemento grigio del palazzetto del ghiaccio. È Wilma Wieser, titolare del negozio «Die Haarwerkstatt», raccontare quanto accaduto ieri mattina. Sul posto, si sono precipitati i vigili del fuoco volontari di Vipiteno e la squadra speciale del corpo permanente di Bolzano, intervenuta per verificare che sotto le macerie non ci fosse nessuno. miracolo». Il sindaco, Peter Volgger, tira un sospiro di sollievo: «La cosa più importante è che nessuno si sia fatto male, il resto si può ricostruire». L’area è sotto sequestro: sulle cause del crollo indaga la Procura della Repubblica di Bolzano. Tutto attorno al palazzetto, il nastro rosso e bianco tirato dai carabinieri del comando di Vipiteno. un cartello d’avviso «Locale sottoposto a sequestro probatorio». Sarà la Procura a fare chiarezza sulle cause del crollo. Il sospetto, naturalmente, è che c’entri la coltre di neve sul tetto: a spanne, una trentina di centimetri. Non tanti, specie per gli standard del posto. E nemmeno per una stagione straordinaria come quella di quest’anno «Qui nevica praticamente tutti i giorni — spiega Peter Kahn, vigile del fuoco volontario –. Quindici, venti centimetri per volta. Troppi. E poi c’è il ghiaccio». peggiorare la situazione, la pioggia degli ultimi giorni, che è caduta, mista a neve, anche per tutta la mattinata di ieri, che l’ha resa più pesante. Visto dall’alto dell’autoscala dei pompieri, lo spettacolo è impietoso. Lamiere e travi, accartocciati su se stesse, lungo l’asse centrale dell’edificio sembrano di burro. Sono rimaste in piedi solo le pareti. Lievi (almeno a un primo sguardo) i danni all’edificio adiacente, dove una finestra è andata in frantumi. Ai piani superiori vivono due famiglie, dalle quali è partita la chiamal’edificio sia la passeggiata di Sant’Osvaldo erano chiuse per le norme restrittive antiCovid La struttura è inutilizzabile, danni ingenti. «Per fortuna — dice Volgger — al momento del crollo, non c’era nessuno. Le squadre di hockey si allenano il pomeriggio e la sera, ma la mattina, ogni tanto, vengono a pattinare i ragazzi delle scuole. Per fortuna, in questo periodo sono chiuse». La struttura, è relativamente nuova. «È stata ultimata nel 1994, e nel 2019 è stato fatto il collaudo. Saranno i tecnici a chiarire cosa sia successo». Anche il Codacons vuole vederci chiaro, e annuncia un esposto alla Procura di Bolzano e alla Corte dei Conti del Trentino Alto Adige. «Una tragedia sfiorata — afferma il presidente, Carlo Rienzi –. Solo per un caso, il crollo è avvenuto quando la struttura era vuota. È necessario ora capire come sia stato possibile che un impianto, considerato un importante polo per lo sport sul ghiaccio, abbia ceduto sotto il peso della neve, avviare le indagini del caso». Che, precisa l’associazione dei consumatori, andranno fatte a 360 gradi, «effettuando tutte le verifiche sulla sicurezza della struttura, sulla progettazione e sulla stabilità dell’impianto Anche perché non è la prima volta che la struttura finisce sotto la lente. Vent’anni fa era stata avviata una causa per il «poco acciaio nella struttura».
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