6 Febbraio 2009

Violenza, gli avvocati attaccano la polizia

Alcolici: esposto del Codacons al Nas  Violenza, gli avvocati attaccano la polizia I legali accusano: «Serviva riservatezza». No comment del capo della Mobile I difensori dei ragazzini accusati di aver violentato una compagna di 14 anni domandano il silenzio stampa

 TRENTO — «L’estrema delicatezza e gravità della vicenda che coinvolge a vario titolo sette giovanissimi ragazzi avrebbe richiesto una trattazione riservata e discreta, condizione assolutamente necessaria e indispensabile per consentire alle uniche persone legittimate a farlo, cioè i magistrati, di appurare con la dovuta serenità ciò che è veramente accaduto». è un breve stralcio della lunga lettera firmata dai due avvocati, Giampiero Mattei e Alberto Pontalti, inviata agli organi d’informazione. Un duro attacco (che riportiamo sotto) alla stampa, ma soprattutto alla polizia, «colpevole », secondo i due legali, di aver divulgato la notizia. L’attacco Gli avvocati dei tre minori accusati di aver violentato una ragazzina di 14 anni dopo che aveva bevuto vodka e vino invocano il silenzio stampa. Ma non si limitano a questo, attaccano la polizia per come è stata gestita la notizia e lo hanno fatto scrivendolo nero su bianco. Un intervento duro, anzi durissimo in alcuni punti, che preannuncia una battaglia, un duro scontro su un tema delicatissimo che ha in sé non solo la brutalità e la drammaticità di un comportamento, ma dei risvolti sociali. La diffusione della notizia, proprio per motivi sociali e quindi anche di prevenzione, è stata data, tutelando i minori, con l’accordo della stessa Procura, ma secondo gli avvocati, che annunciano battaglia nelle «dovute sedi», non sono stati usati i modi e i termini dovuti a una storia di estrema delicatezza che è ancora al vaglio dei magistrati. Gli avvocati attaccano il dottor Roberto Giacomelli, capo della Squadra mobile, che ha condotto le indagini, non risparmiando dure critiche. Giacomelli da parte sua sceglie il basso profilo e al momento preferisce non commentare. No comment anche da parte della Questura. Resta forse solo l’amarezza — non espressa dichiaratamente — di chi ha operato, di chi lavora per combattere episodi gravi, agghiaccianti come questo e dove, in tutto questo clamore, si ha la sensazione che ci si dimentichi della vittima, una ragazzina di soli quattordici anni. L’interrogatorio Ieri intanto i tre ragazzi accusati della violenza sono stati interrogati dal gip Luciano Spina alla presenza anche del procuratore Mansueto Crepaz. I tre minori hanno risposto a tutte le domande, hanno fornito, secondo i loro legali, un quadro circostanziato di quanto avvenuto. Gli avvocati hanno chiesto la liberazione dei ragazzini che si trovano ospiti in comunità o in subordine una misura meno restrittiva come gli arresti domiciliari. Il gip si è riservato. Intanto gli inquirenti cercano di ricostruire nei dettagli quello che è accaduto. Sembra che la ragazzina quel terribile giorno abbia bevuto, insieme ad altri compagni, non i presunti aggressori (in tutto erano in sette), una bottiglia di vodka alla fragola; poi sarebbe stata accompagnata, sostenendola perché era ubriaca, nell’appartamento dove i quattro minori, sempre secondo quanto ricostruito, avrebbero bevuto con lei altri bicchieri di vino. Poi si sarebbe consumata la presunta violenza. La difesa ha però sempre respinto l’accusa che i quattro minori avrebbero costretto la 14enne a bere.  L’esposto Nel frattempo il Codacons ha deciso di presentare un esposto ai Nas di tutta Italia chiedendo che si effettuino controlli a tappeto nelle discoteche, nella grande e piccola distribuzione e in tutti i locali autorizzati a somministrare bevande, per accertare il rispetto dei limiti imposti dalla legge, punendo severamente chi vende alcolici a minori o fuori dagli orari stabiliti. Secondo le ultime statistiche sono 740mila.

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