Viaggio (con sosta) lungo il tratto appenninico dell’ A1 Firenze-Bologna
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fonte:
- Il Sole 24 Ore
«E’ uno scandalo, sotto c’ è qualcosa e non solo le tasse». «Gli aumenti non sono giustificati e quando il prezzo del petrolio scenderà, che faranno? Scenderanno anche loro nella stessa misura? A me non risulta». Reagiscono così gli automobilisti che si sentono messi sotto torchio dai nuovi incrementi del carburante alla pompa. Anche ieri ci sono stati ritocchi verso l’ alto da parte di alcune compagnie con valori che, per i prezzi consigliati ai gestori, hanno raggiunto nel caso di Shell 1,427 euro al litro per la benzina e 1,254 per il diesel. La risposta? «Ci fermiamo in quelle aree dove si possono risparmiare pochi centesimi». «Cerchiamo di risparmiare in tutti i modi. Speriamo che riducano le tasse sui carburanti. Ma con questa speranza non si campa». Brandelli di dialogo raccolti lungo l’ autostrada del Sole, all’ area di servizio Agip di Cantagallo Ovest, all’ inizio del tratto appenninico tra Bologna e Firenze, non lontano da Sasso Marconi: 24 dipendenti e 19 milioni di litri di carburante erogati nel 2009. Questa area di servizio deteneva un tempo il record delle vendite alla pompa lungo la rete autostradale. Poi la crisi economica e i contemporanei lavori, ora conclusi, per l’ ampliamento di questo tratto della A1 hanno ridotto il flusso dei clienti. «Solo a Pasqua siamo tornati ai livelli di un tempo »,spiega il gestore dell’ impianto, Marcello Zazzaroni. Per fidelizzare la clientela si punta alla qualità del servizio, mentre sul fronte dei prezzi «cerchiamo in ogni modo di incentivare il fai da te».La differenza all’ Agip di Cantagallo è di 0,045 euro: 1,236 il gasolio «servito»; 1,191 il gasolio «fai da te». Per la benzina rispettivamente 1,409 e 1,364. Prezzi fermi da circa tre settimane. Antonio, titolare di una piccola impresa familiare di trasporti di Avellino sta facendo rifornimento a un camion frigorifero a rimorchio carico di mele al gasolio fai da te. «Vengo dal Brennero e mi sono fermato qui perché 1.191 è il prezzo più conveniente che ho visto ». Per il resto anche lui è convinto che gli aumenti siano «ingiustificati perché la ripresa economica non c’ è». «E poi – continua Antonio – il gasolio mi serve per il lavoro. Ad ogni aumento i nostri margini si riducono. Il caro carburante si somma ogni anno a tutti gli altri aumenti, dai pedaggi autostradali ai prezzi per mangiare nelle aree di sosta. Costi alti e vincoli sempre più alti per poter svolgere la nostra attività. E’ difficile continuare, è sempre più dura. Abbiamo anche investito in due nuovi camion euro 5, ma i contributi non sono ancora arrivati». Il problema è all’ attenzione del governo e il sottosegretario allo Sviluppo economico, Stefano Saglia, annuncia una imminente riunione del Tavolo con Regioni, compagnie petrolifere e gestori. L’ obiettivo è definire insieme un percorso che potrebbe portare, «entro aprile», a un provvedimento di legge per la riforma del settore. Una svolta che consentirebbe una riduzione di cinque centesimi del prezzo del carburante. L’ Italia, in Europa, tuttavia, non è il Paese che sta peggio. «Viaggio molto all’ estero e lì ci sono prezzi più alti che da noi – commenta Gerardo alla guida di un autobus turistico fermo al distributore dell’ area Cantagallo -. Sono di ritorno da Parigi e in Francia ho trovato prezzi per il gasolio a circa 1,3 euro al litro mentre in Italia siamo ancora intorno a 1,2». Gli aumenti però hanno fatto scendere sul piede di guerra le associazioni dei consumatori perchè, se il prezzo della benzina dovesse mantenersi sopra 1,42 euro al litro, l’ impatto sulle tasche degli italiani salirebbe a 254 euro l’ anno. Da qui la proposta di sterilizzare l’ Iva e introdurre l’ accisa mobile mentre il Codacons teme effetti sull’ inflazione (+ 0,3%). Saglia ribatte che la situazione dei conti pubblici non consente manovre sulle accise, mentre si valuterà la sterilizzazione dell’ Iva.«Dire che gli aumenti sono ingiustificati è solo una reazione emotiva – conclude il presidente dell’ Unione petrolifera, Pasquale De Vita -. In Italia i prezzi sono strettamente correlati al costo del petrolio. I dati ci danno ragione e siamo pronti al confronto con tutti».
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