10 Gennaio 2006

Viaggio a rischio? Lo sapevano Ci sono costati troppi soldi

BASIGLIO – La vicenda dei cinque turisti italiani, che venerdì ha avuto un felice epilogo grazie soprattutto agli sforzi operati dal ministero degli Esteri in continuo contatto con il governo yemenita, continua a far parlare di sé: il Codacons, infatti, nei giorni scorsi ha fatto sapere che presenterà un esposto alla Corte dei conti per chiedere agli ex ostaggi un risarcimento da pagare allo Stato di 600 mila euro, cioè quanto alla fine sarebbe costata all`Italia la vicenda del loro rapimento. “Lo Yemen è una delle mete sconsigliate dalla Farnesina e ad alto rischio rapimenti – aveva fatto sapere l`associazione -. Il rapimento ha avuto un costo elevato per la collettività e deve essere risarcito dai 5 italiani ostaggi in Yemen attraverso i propri beni personali“. Molte le persone che la pensano in questo modo: “L`idea di base è giusta ma irrealizzabile. E` chiaro che, se come sembra, gli ex ostaggi hanno già deciso di tornare nello Yemen – ha detto polemicamente Daniele Guerzoni -. Mi piacerebbe però avere i loro dati bancari per poter versare direttamente il mio obolo in cambio di un bel souvenir“. Molti puntano il dito contro i turisti che hanno ignorato le raccomandazioni degli organi ufficiali: “Il paese era stato dichiarato un luogo a rischio dalla Farnesina, quindi parte della colpa è imputabile agli ex rapiti – ha spiegato Chiara Pierani -. Si meriterebbero di pagare anche se nutro dei dubbi sulla fattibilità della cosa. La scelta delle mete turistiche, visto quello che succede nel mondo, dovrebbe essere più ragionata“. Dà fastidio anche il fatto che alla fine i costi di una vicenda evitabile perché molto prevedibile debba ricadere tutta sulle spalle degli italiani: “Sono d`accordo con il Codacons – ha affermato Carlo Lombardi -. Lo Yemen è rischioso e tutti lo sanno. Non vedo perché la spesa debba essere sostenuta da chi lavora e paga le tasse. I turisti in quanto turisti erano lì per una loro scelta, una vacanza, non stavano lavorando né svolgendo missioni umanitarie in nome dell`Italia“.

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