28 Dicembre 2004

VIAGGIATORI. Rimborsi in forse: lettera alla Farnesina

VIAGGIATORI. Rimborsi in forse: lettera alla Farnesina

Disdette, dubbi e polemiche

I consumatori: niente penale per chi rinuncia

Roma. Nella babele delle norme che regolano l?istituto della disdetta, fra operatori turistici e associazioni dei consumatori scoppia la polemica. Così, l? Intesa dei consumatori – ovvero Codacons, Adoc, Federconsumatori, e Adusbef – ha inviato una lettera all?unità di crisi della Farnesina chiedendo di fare chiarezza e di risolvere con urgenza i problemi di coloro che hanno prenotato viaggi nelle zone colpite dal disastro. «Numerosi cittadini», si legge, «si sono rivolti alle nostre sedi per chiedere assistenza, poiché alcuni tour operator non intendono annullare le penali per la disdetta di viaggi programmati in zone oggettivamente disagiate, pericolose dal punto di vista sanitario e rischiose per le possibili scosse di assestamento». Sembra che gli operatori si «appoggino» a una norma in base alla quale le penali per cancellazione possono saltare solo per cause di «forza maggiore». Ma a testimoniare che le cause siano, in questo caso, effettivamente di forza maggiore, dice il cartello di associazioni, basta il fatto che l?unità di crisi della Farnesina indichi l?opportunità «di evitare viaggi in determinati Paesi». Per questo motivo, l?associazione chiede che l?India orientale, le Maldive, l?isola di Sumatra, la Thailandia meridionale, la Malesia, l?Indonesia, Myanmar e lo Sri Lanka siano chiaramente sconsigliate dall?unità di crisi per rendere più agevoli le disdette dei viaggiatori. Gli interrogativi sono molti: chi ha già prenotato per gennaio, ad esempio, potrà disdire senza penali? Chi è stato costretto a rientrare a quale rimborso ha diritto? Tutte le associazioni di consumatori sono concordi: chi rinuncia al viaggio non deve pagare penale; in alternativa, può però accettare l?offerta di una nuova destinazione. Più controverso il diritto di disdetta per i viaggi prenotati in periodi in cui il pericolo dovesse non esser più ritenuto imminente: «Per queste partenze», dice il direttore dell? Assotravel Francesco Granese, «è aperto un punto interrogativo. Noi consigliamo di aspettare: da qui a dieci giorni non possiamo sapere quale sarà la situazione». Dall?Assotravel arriva anche un?altra indicazione: aspettare l?ultimo giorno prima di far scattare la penale. In sintonia la Fiavet , che ha chiesto alla Farnesina una mappa più dettagliata delle zone a rischio, per evitare inutili contenziosi: è su questa mappa «ufficiale» che la Fiavet si regolerà per i rimborsi.
Sul fronte opposto, l? Aduc consiglia a chi ha prenotato solo il volo – e «rischia di rimetterci tutti i soldi» – di chiedere il rimborso al vettore aereo. Per la Federconsumatori , per «causa di forza maggiore» il turista è autorizzato a rescindere il contratto senza penale. Il Codacons parla di «rimborso integrale» – o di cambio-data, o di «bonus» – per chi sarebbe dovuto partire entro il 6 gennaio. Per chi è sul luogo del disastro, il rimborso è previsto solo se l?assicurazione stipulata alla partenza prevedeva una copertura per calamità naturali. Per chi rientra in anticipo è previsto il rimborso per i giorni di vacanza non goduti.
Per l? Adiconsum , il cliente ha diritto al rimborso delle «prestazioni non usufruite, ma non c?è la possibilità di chiedere risarcimenti per ?vacanze rovinate?». Le agenzie aderenti all? Astoi rispondono con un ventaglio di possibilità: prima offrono un itinerario alternativo; quindi cercano, d?intesa con il viaggiatore, un?altra data; infine, rimborsano il viaggio. «In tutto questo», dice Giuseppe Boscoscuro, presidente dell?associazione di tour operator, «l?unico riferimento è l?unità di crisi della Farnesina. Nel caso delle Maldive, credo che nel giro di pochi giorni l?indicazione a non partire sarà tolta».

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