Verona prima in Veneto per protesti
Verona prima in Veneto per numero di effetti protestati al terzo trimestre di quest’ anno, secondo i dati della Camera di commercio scaligera, e supera la provincia di Padova (6.621 protesti in totale) e di Venezia (6.165) – rispettivamente al secondo e terzo posto – con 7.410 tra assegni (1.040), cambiali (5.930), tratte accettate (45) e tratte non accettate (395), sullo stesso periodo 2011. Nel Veronese però c’ è un calo del numero totale (-2,51%) ma anche dell’ importo totale protestato: 19,31 milioni di euro contro 25,14 circa del 2011, con un calo del 23,18%. Un importo che fa slittare Verona, a livello regionale, in terza posizione dopo Padova (22,13 milioni) e Vicenza (19,51 milioni). Sul dato scaligero pesa in particolare l’ aumento degli assegni, che rispetto al terzo trimestre 2011 (1.018 quelli protestati) hanno subito un incremento del 2,16% in numero e del 10,09% nel corrispondente valore, pari, quest’ anno, a 9,12 milioni euro circa (contro gli 8,28 milioni circa del 2011). Ma sono le cambiali, a Verona in misura più o meno rilevante come in tutte le province venete, a prevalere nel numero (5.930) e nell’ importo (circa 9,25 milioni), pur essendo in calo su entrambi i fronti (cioè dello 0,12% nel numero e del 27,38% nell’ importo protestato). Seguono assegni, tratte non accettate e tratte accettate (appena 45 pari allo 0,61% del totale protesti). Trend confermato dal presidente provinciale del Codacons, Stefano Fanini, che spiega: «Spesso si tratta di cambiali emesse da privati per coprire debiti aziendali. Sempre più crediti sono dunque garantiti in tale forma». In apprezzabile diminuzione anche le tratte non accettate, che a settembre 2012 si attestano su 395 (-27,52% sul 2011, stesso periodo) pari a un importo complessivo di 905 mila euro (-77,42% sul 2011) e incidono sul totale protesti per il 5,33%. Mentre le tratte accettate risultano notevolmente ridotte nel numero, passato da 101 del 2011 a 45 di quest’ anno (con decremento del 55,45%) e nel valore protestato (da poco oltre 105mila euro a 36.379 euro, con un calo del 65, 55%). Pur riguardando essenzialmente la posizione delle imprese «i dati resi noti dall’ ente camerale sono in linea con quanto ogni giorno vediamo presso i nostri sportelli», commenta Davide Cecchinato, segretario generale di Adiconsum Verona «ai quali ricorrono cittadini sempre più in difficoltà nell’ onorare i propri debiti, legati soprattutto alle rate dei mutui, dei contratti di finanziamento e dei contratti di locazione». Per informare i consumatori su come gestire tali criticità «abbiamo avviato un progetto con la Camera di commercio (“Facciamo i conti”) per fornire utili consigli legati all’ uso improprio del denaro, al sovraindebitamento e all’ usura».F.S.
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